Una parola "plurale" e soggettiva

Definire che cos'è la vita non è affatto semplice né tantomeno scontato.

Se andiamo al di là di una qualità intuitiva e immediata che accomuna tutti gli esseri detti, appunto, "viventi" (animali e vegetali) ci accorgiamo che: «"Vita" è una parola plurale. […] Sotto un singolare femminile, l'italiano racchiude sensi e direzioni diverse. Solo un confronto ravvicinato con la parola può dar conto della sua multiformità, che è anche indicazione di sostanze molto diverse fra loro. "Vita" è un singolare solo apparente». [Elena Löwenthal - scrittrice]

Dunque, che cos'è la vita? Anche se intuitivamente lo capiamo, come possiamo definirla?

Ognuno di noi la vive, la osserva, la comprende, a volte la ama - gioiosamente, con passione - e, a volte, la subisce nei suoi toni più grigi, a volte perfino la considera una sciagura: una lunga tradizione letteraria e filosofica, radicata nel mito, afferma perentoria che meglio sarebbe non essere mai nati.

Ne troviamo conferma perfino nella Bibbia, dove il profeta Geremia afferma: «Maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto» (20, 14) e il Libro del Qoélet: «Vanità delle vanità: tutto è vanità» (1, 2).

Molto probabilmente, dunque, ognuno di noi darebbe una definizione diversa di vita, filtrata dalla sua soggettività e condizionata dalle circostanze in cui la enuncia.

Possiamo forse, più facilmente, descrivere la vita nel suo insieme: in questo senso, è nascere, riprodursi, morire.
Oppure nella sua quotidianità: è alzarsi, nutrirsi, andare a scuola o al lavoro, avere relazioni con gli altri, andare a dormire.

Ma prendere atto di questa ciclicità ci dice davvero che cos'è la vita?

Se anche in questo caso non vi trovate di fronte a una definizione completamente soddisfacente, sarete confortati dal fatto di sapere che a una conferenza internazionale svoltasi all'inizio del XXI secolo sui "fondamentali" della vita, per prima cosa, fu richiesto ai partecipanti (tutti docenti universitari) di proporre la loro personale definizione di vita.

Ebbene, nessuna definizione risultò uguale a un'altra, anche se elementi comuni erano, ovviamente, presenti.