Il Bene comune a vantaggio della comunità

Il filosofo greco Aristotele aveva individuato in modo chiaro le tre caratteristiche del Bene comune su cui si deve fondare una comunità sociale (che non si può ridurre alla pura somma degli interessi individuali).

Esse sono:

  1. Che il popolo sia costituito nella pace.
    In questo requisito è sottintesa la necessità di difendersi dai nemici esterni e interni, arrestare i delinquenti, garantire che la giustizia faccia il suo corso.
  2. Che ciascuno abbia di che vivere.
    Questo secondo punto non si limita all'ambito dell'economia (dal greco οíkος, "dimora" e -nomίa, propriamente "amministrazione della casa"), ma ha un significato ben più ampio ed è quello che ha trovato – nel tempo – la maggiore espansione, articolandosi in sistemi di welfare sempre più complessi.
  3. Che ciascuno sia condotto ad agire bene.
    Questo terzo punto – quello morale – è il più articolato, ma anche il più importante: che cosa vuol dire, in concreto, che è compito della società far sì che ciascuno sia condotto ad agire bene?

Innanzitutto, vuol dire che ci dev'essere un clima di fiducia reciproca tra i cittadini (non è possibile fondare ogni relazione sulla coercizione "poliziesca") e, soprattutto, tra i cittadini e le istituzioni. Se i cittadini non si fidano delle istituzioni, si disgrega il fondamento della comunità sociale e civile.

Il Bene comune non è la somma di singoli beni

Come abbiamo accennato, il Bene comune non è la semplice somma dei beni particolari di ciascun essere umano o delle varie categorie, ma corrisponde al tempo stesso a quel Bene di tutti e di ciascuno, che deriva dalla sinergia di tutti i beni realizzati dalla convivenza civile.

Il concetto di comunità civile come un unico corpo formato da più componenti è stato ribadito anche dal filosofo latino Seneca: «siamo tutti membra di un grande corpo perché la Natura ci ha generato come parenti e ha fatto di noi degli esseri sociali».

Traspare chiaramente, da queste parole, il concetto aristotelico di "animale sociale", ripreso in ambito cristiano da Tommaso d’Aquino nella sua visione di società.

Secondo Tommaso, il Bene comune è un elemento così fondante della società che porta il cittadino «a esporsi sino al pericolo della vita per salvaguardare la cosa pubblica».

È evidente che, per il pensiero cristiano, il Bene comune sia un principio di grande importanza se per tutelarlo il prezzo può essere anche il sacrificio della vita, Bene sommo da custodire, in quanto dono di Dio.