L'etica del futuro

È importante ribadire il significato di "comune" attribuito al Bene che è di tutti: significa, infatti, che esso è, al tempo stesso, individuale e collettivo.

«Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro.
Come l'agire morale del singolo si realizza nel compiere il bene, così l'agire sociale giunge a pienezza realizzando il Bene comune.
Il Bene comune, infatti, può essere inteso come la dimensione sociale e comunitaria del bene morale»
(Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, n. 164).

È importante, inoltre, sottolineare il legame con il futuro, che siamo abituati a correlare con la questione ambientale, in special modo grazie alle azioni di protesta della giovane attivista svedese Greta Thunberg.
Nel 2019 queste proteste hanno coinvolto in tutto il mondo ragazze e ragazzi a scioperare il venerdì contro il surriscaldamento del globo terrestre (Fridays for Future), chiedendo ai Governi azioni concrete contro i cambiamenti climatici e reclamando il diritto al proprio futuro.

Torniamo dunque all'importante tema del legame intergenerazionale, che comporta, in questo caso specifico, l'impegno delle generazioni attuali per quelle che verranno, realizzando quella che il filosofo tedesco ebraico-statunitense Hans Jonas definisce "etica del futuro".

Una preoccupazione internazionale

L'enciclica Laudato si' (2015), espressamente dedicata alla cura della nostra "casa comune" che è la Terra, sottolinea il legame inscindibile fra la questione ambientale e le dimensioni umane e sociali: si tratta, infatti, di intendere l'ambiente come Bene comune da salvaguardare per le generazioni future e in nome della solidarietà nei confronti dei più poveri e degli emarginati.

Anche prima dell'enciclica e dopo essa papa Francesco ha sottolineato a più riprese la gravità e la portata della crisi ecologica.

Dopo la crisi pandemica scoppiata nel 2020 è tornato più volte su questo argomento, fino ad affermare «Quando parliamo di avere cura della casa comune che è il Pianeta, ci appelliamo a quel minimo di coscienza universale e di preoccupazione per la cura reciproca che ancora può rimanere nelle persone. Infatti, se qualcuno possiede acqua in avanzo, e tuttavia la conserva pensando all'umanità, è perché ha raggiunto un livello morale che gli permette di andare oltre sé stesso e il proprio gruppo di appartenenza. Ciò è meravigliosamente umano!» (Fratelli tutti, n. 117).