Esigenze che paiono contraddittorie

Il sociologo ebraico-tedesco Norbert Elias ha affermato: «individuo e società sono due aspetti diversi ma inseparabili tra loro. Sono due prospettive diverse per designare lo stesso fenomeno. Indipendentemente l'uno dall'altra non hanno alcuna consistenza».

Per dare sostanza a questa affermazione, occorre fare una constatazione della contraddittorietà che caratterizza noi esseri umani.

Ogni individuo è essenzialmente un essere sociale, in rapporto con gli altri. Ma non è tutto così semplice: noi esseri umani siamo egoisti e generosi, asserragliati nelle nostre paure o disponibili all'incontro e allo scambio; abbiamo spesso il problema di gestire la distanza dagli altri.

In effetti, l'equilibrata gestione della distanza è la grande e decisiva sfida nel rapporto con gli altri: la locuzione "prendere (o tenere) le distanze", da qualcosa o da qualcuno, ha un significato simbolico e figurato, con la sfumatura negativa di non volersi interessare, di evitare di farsi coinvolgere.

Tuttavia, anche nel caso si sia disponibili a un rapporto coinvolgente, una "giusta distanza" è fondamentale, per analogia a quello che succede in Natura: quando gli alberi vengono piantati troppo vicini gli uni agli altri soffocano, le loro foglie inaridiscono e non danno frutti.

La sfida per mantenere relazioni umane di qualità consiste nel tenere insieme distanza e vicinanza, nel rispetto di quello che viene chiamato "spazio vitale", rappresentato dagli studiosi come una bolla di sapone che avvolge ogni persona.

In genere, ogni tentativo di entrare nella bolla provoca una pressione che viene avvertita come sgradevole e fastidiosa; nella distanza intima, un avvicinamento rispettoso viene vissuto con piacere, mentre un allontanamento provoca sofferenza.

Secondo lo scrittore tedesco Friedrich Georg Jünger: «Le distanze sono qualcosa di vivente, e una loro infrazione incide profondamente nella vita. Le distanze ci fanno capire che non finiamo dove l'epidermide stabilisce i confini del corpo».