Il dilemma del porcospino

Il filosofo tedesco Arthur Schopenauer, noto per il carattere solitario e la cui misantropia è leggendaria, indagò con lucidità estrema le qualità dei rapporti umani, come si vede da questo apologo che riguarda proprio il tema delle distanze nei rapporti:

«Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati.
Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro.
Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore.
Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione»
.

Schopenhauer era convinto che mantenere una giusta distanza dagli altri - una sorta di distanza di sicurezza - potesse soddisfare il bisogno di calore, seppur minimo, e allo stesso tempo evitare ferite troppo profonde.

Un altro spunto di riflessione su questo tema viene dal poeta e scrittore tedesco Rainer Maria Rilke, il quale ha affermato: «una volta che si è accettato di capire che anche tra gli esseri umani più vicini continuano ad esistere infinite distanze, può crescere un meraviglioso affiatamento, se questi riescono ad amare la distanza che li separa, che rende possibile ad ognuno di vedersi reciprocamente, per intero, stagliati nel cielo».