L'importanza di agire con le opere

Giacomo sottolinea l'importanza di agire «con le opere» (2, 17), cioè con atti concreti, perché una vaga benevolenza verso il nostro prossimo non ha nessuna efficacia: «Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? […] Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta» (Lettera di Giacomo 2, 20-26).

La distribuzione delle risorse economiche sul Pianeta (l'80% della popolazione mondiale vive con il 20% circa delle risorse della Terra) ci fa comprendere che agire «con le opere» significa avere senso di responsabilità, facendosi carico delle iniziative comuni necessarie a risolvere il problema della fame, della povertà e, più in generale, dei bisogni che esseri umani svantaggiati o in difficoltà hanno nel mondo.

L'individualismo è vantaggioso?

La povertà materiale che, purtroppo, tende ad aggravarsi sempre di più è anche il risultato di una distribuzione ingiusta dei guadagni generati dalla globalizzazione. Secondo l'ultimo rapporto Oxfam (un'organizzazione non profit per contrastare la povertà nel mondo), essa è frutto di un'economia politica pensata per l'1% della popolazione mondiale.

Per questo motivo l'indiano Amartya Sen, premio Nobel per l'economia, sostiene che la sfida principale da affrontare nel nostro mondo globalizzato è la crisi della disuguaglianza: tra le Nazioni, ma anche all'interno delle Nazioni.

L'economista sostiene che chi non coopera non ottiene il massimo vantaggio possibile: l'individualismo estremo può apparire come la strada che massimizza l'interesse di ciascuno, ma in realtà consente di raggiungere un livello di soddisfazione inferiore di quello che si otterrebbe se si seguissero strategie di cooperazione: cioè (letteralmente) se si unissero gli sforzi, se si lavorasse insieme per un vantaggio comune.

Ci sono cioè ragioni strumentali, e non solo altruistiche, per preferire la cooperazione all'egoismo.

Lo insegna anche la storia umana: il biologo e matematico Martin Novak ha sostenuto che la cooperazione, insieme con i fattori genetici e con la selezione naturale, ha avuto un ruolo fondamentale nell'evoluzione della vita. Lo scienziato illustra anche le diverse forme di cooperazione nel mondo dei viventi che rappresentano un fattore evolutivo e che se non applicate avrebbero portato all'estinzione.

La "prossimità responsabile"

Dal punto di vista cristiano deve essere l'amore per il prossimo – chiunque esso sia, anche se nemico – espresso in modo sostanziale.

Papa Francesco nell’Angelus del 2 agosto 2020 ha richiamato la necessità di una «manifestazione concreta dell'amore che si fa carico delle necessità delle persone». La fraternità umana che spinge a "farsi prossimo" di chi ha bisogno – come abbiamo ricordato – è il tema centrale dell'enciclica Fratelli tutti.

Alla "prossimità responsabile" (cioè il farsi carico concretamente dei bisogni altrui), in epoca di Covid, sono stati richiamati anche i non credenti.

Tutti siamo stati sollecitati da politici, da personaggi pubblici più o meno autorevoli (o da princípi etici personali) a riscoprire le relazioni personali. In una parola, tutti siamo stati invitati a cooperare.

Il "noi" ha un'importanza che si coglie soprattutto nei momenti di difficoltà o di malattia, quando comprendiamo che nessuno è isolato, ma ognuno fa parte di una società.

Per questo, per uscire da una crisi, secondo molti, occorrono la cooperazione e il contributo di tutti, nessuno escluso, uniti per raggiungere il Bene comune.