Le competenze digitali: indispensabili per lo sviluppo sociale

La nostra società chiede espressamente di "sviluppare competenze digitali" che sono "competenze chiave per l'apprendimento" secondo le Raccomandazioni dell'Unione Europea (sia nella formulazione del 2006 sia in quella del 2018).

Spesso si interpreta la competenza digitale come la capacità pratica di saper usare i mezzi tecnologici.

Il blogger e scrittore Massimo Mantellini in un articolo pubblicato sul "Post" il 23 marzo 2020 (nel pieno del lockdown imposto dalla pandemia) proponeva queste considerazioni: «Ha ricevuto molta attenzione in questi ultimi anni la semplificazione dei cosiddetti "nativi digitali". Una sorta di principio termodinamico secondo il quale la vicinanza di nostro figlio allo schermo di uno smartphone o di un tablet ne accresceva istantaneamente le competenze digitali. Sarebbe bello ma purtroppo non è mai stato così. La digital literacy, parola inglese di difficile traduzione in italiano, è un processo culturale, non una pratica manuale. È la comprensione di una grammatica, non l'abilità mnemonica nell'utilizzo di uno strumento. Ed è qualcosa che va imparato e quindi, possibilmente, insegnato».

L'utilizzo delle tecnologie di per sé si impara velocemente, ma non genera automaticamente una "competenza", cioè un insieme di capacità critiche che producono un significato utile allo sviluppo della persona e un futuro chiaro verso cui dirigersi.

Ovviamente si tratta di un futuro condiviso, che deve riguardare tutta la società umana. La comunicazione, infatti, ha lo scopo di «farci sentire più prossimi gli uni agli altri; farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa» ha detto papa Francesco in occasione della XLVIII Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali: «in particolare Internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio».

Ma perché questo dono sia efficace deve essere disponibile per tutti, non solo per una minoranza privilegiata: purtroppo, la realtà del digital divide rende difficile questa condivisione.

Occorre, allora, attuare strategie di welfare digitale che permettano un utilizzo delle tecnologie per la creazione di un crescente benessere e una maggiore giustizia sociale su scala globale.

Da questo punto di vista, occorrono strategie condivise e il primo gradino da cui partire è proprio la scuola.