I danni provocati dal cyberbullismo

Il cyberbullo agisce sia singolarmente sia in gruppo e perseguita la vittima per periodi prolungati, sia attaccandola sia diffondendo attraverso i social network informazioni personali che hanno lo scopo di screditarla.

Secondo una ricerca condotta nel 2019 dall'UNICEF, nella maggior parte delle comunità scolastiche esistono piccoli gruppi di studenti che usano la Rete e social per condividere informazioni sui loro coetanei a scopo di bullismo.

Proprio per il fatto che queste forme di violenza e intimidazione si sviluppano e si propagano, sui social aumenta il disagio dalle vittime, che hanno la sensazione di essere raggiunte dagli attacchi dei bulli sempre e comunque, senza riuscire a difendersi.

Secondo il sondaggio dell'UNICEF, negli ultimi anni un giovane su tre ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo online, mentre uno su cinque ha raccontato di aver saltato la scuola per evitare forme di cyberbullismo.

In Italia, tre studenti su cinque sono vittime di violenze o minacce, secondo quanto illustrato dall'ISTAT nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. Più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni riferisce di essere stato vittima di un episodio offensivo, non rispettoso o violento, negli ultimi 12 mesi.

Le vittime di cyberbullismo prolungato subiscono gravi danni psicologici, sviluppano forme depressive, spesso anche con esiti suicidi.

Diversi studi hanno infatti dimostrato che la maggior parte di coloro che, in giovane, età, ha subito violente e durature forme di bullismo in età adulta è portata a sviluppare disturbi somatici e psicologici e a ricorrere all'uso di sostanze stupefacenti.

Interventi pratici a vari livelli: l'ICO

Per contrastare i fenomeni di cyberbullismo, papa Francesco ha istituito un Osservatorio Internazionale Vaticano (ICO, International Cyberbullying Observatory) che ha cominciato a operare nell'aprile 2019 in collaborazione con le associazioni Foras (fondata da Francesco per promuovere il diritto all’istruzione nel mondo) e Carolina (quest'ultima prende il nome da una vittima di cyberbullismo, Carolina Picchio).

Come ha spiegato José Maria del Corral, presidente della Fondazione Scholas, lo scopo è quello di: «raccogliere le informazioni da ogni parte del mondo, generare proposte concrete e favorire politiche pubbliche di prevenzione del fenomeno».