Il rischio di estraniarsi dalla realtà

La Rete non è solo il luogo in cui creare vari tipi di comunità, ma può anche divenire un luogo di "fuga", che consente di scappare dalla realtà "vera" per isolarsi o limitarsi all'illusione di relazioni che non hanno consistenza.

Non mancano pareri e valutazioni di tipo critico, su questo aspetto, come quella espressa dal sociologo Zygmunt Bauman: «Le comunità virtuali che hanno sostituito quelle naturali creano solo l'illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti del sedersi insieme a un tavolo, guardarsi in faccia, avere una conversazione reale. Né sono in grado queste comunità virtuali di dare sostanza all'identità personale, la ragione primaria per cui le si cerca […].
L'introspezione è un'attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri che qualcuno da qualche parte forse li vuole o ha bisogno di loro»
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Il rischio di isolarsi dal prossimo

Può esserci quindi il rischio di abbandonare progressivamente il mondo "reale" per rifugiarsi invece in una rete di amicizie virtuali che sembrano soddisfare maggiormente il nostro bisogno di gratificazione.

Spesso le comunità virtuali hanno come fattore aggregante la condivisione di un interesse, di una passione, ma anche di un problema o di una malattia, che sembra facilitare le relazioni.

L'esito è in realtà quello dell'estremizzarsi di atteggiamenti individualistici, ripiegandosi su se stessi e diventando autoreferenziali.

Il pericolo è quello di disimparare a instaurare rapporti reali con le persone intorno a noi. Se i contatti sociali avvengono solo attraverso sms o nelle chat, si possono perdere molti elementi essenziali della nostra umanità. Infatti, l'uomo ha bisogno di rapporti concreti, senza i quali rischia di impoverirsi.

L'informatica può rendere più facile il nostro lavoro e può velocizzarlo, ma non deve sostituirsi alla vita reale con i suoi rapporti sociali, fatti anche di materialità e corporeità.

Papa Francesco, nel Messaggio per la XLVIII Giornata per le comunicazioni sociali ha affermato che: «L'ambiente comunicativo può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vicino».

Queste considerazioni del Papa avvenivano prima dell'isolamento dovuto alla pandemia da Covid-19.

Dopo questa esperienza, per molti aspetti traumatica, Jeremy Bailenson, psicologo studioso della realtà virtuale, sulla rivista scientifica "Technology Mind and Behavior" ha messo in luce come sia stato inevitabile durante il lockdown ricorrere intensivamente ai social per tenere i rapporti con gli altri, ma il rischio è che il contesto innaturale di scambi creatisi nell'emergenza perduri nel tempo, "spegnendo" la nostra mente e il nostro corpo e appiattendo le relazioni sociali.