Sforzarsi di modificare ciò che è modificabile

Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche parla della Speranza attraverso un'immagine suggestiva: «La Speranza è l'arcobaleno gettato al di sopra del ruscello precipitoso e repentino della vita, inghiottito centinaia di volte dalla spuma e sempre di nuovo ricomponentesi: continuamente lo supera con delicata bella temerarietà, proprio là dove rumoreggia più selvaggiamente e pericolosamente».

Impalpabile ed evanescente come un arcobaleno, la Speranza scavalca il presente turbolento e minaccioso e si protende con coraggio verso un futuro che ancora non c'è.

Quando il futuro si presagisce come particolarmente incerto e gravido di elementi negativi, continuare a sperare che le cose cambino in meglio costituisce una via di salvezza. La Speranza ci aiuta ad aprire una breccia nel cupo pessimismo che rischia di paralizzarci o di farci assumere un atteggiamento passivo e inerte; ci fa reagire e rimette in moto la nostra vita.

Coltivare la Speranza, soprattutto, alimenta il nostro impegno per cercare di modificare le cose, quando questo sia possibile (è la «Speranza come passione per quello che è possibile» di cui parlava il filosofo Søren Kierkegaard); oppure ci dà la forza interiore e la pazienza per accettarle, se proprio le cose non si possono cambiare (secondo la raccomandazione del filosofo greco Epitteto, il quale invocava anche la saggezza per distinguere le une dalle altre).

In entrambi i casi, la Speranza si pone come "principio attivo" che – diceva Nietzsche – è capace di «illuminare le nostre vite» e che ci libera dalla prigionia del presente, proiettandoci oltre, costringendoci a cercare il significato nascosto e il valore di ciò che ci accade.

È grazie alla Speranza che possiamo avere un atteggiamento costruttivo di attesa di un Bene venturo e di un cambiamento positivo. Come ha sottolineato il filosofo Ernst Bloch il "principio Speranza" (è il titolo di un suo saggio famoso) apre al futuro, determina una tensione ad agire, a muoversi per modificare lo stato di cose esistenti, stimolando in ognuno le capacità immaginative e progettuali.