Un compito esistenziale, che fa progredire

Oltre che essere un mezzo per sondare l'intensità e la forza delle nostre emozioni, e una chiave per relazionarci con gli altri, la Speranza assume anche il valore di imperativo etico: è un atteggiamento che è necessario imparare, prima di praticare.

Secondo il filosofo tedesco Ernst Bloch: «L'importante è imparare a sperare. Il lavoro della Speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire.
Lo sperare, superiore all'aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla.
L'affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all'esterno può essere loro alleato.
Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono»
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La Speranza è un affetto che sta dentro il procedere del mondo: simbolicamente – dice Bloch – la troviamo nel mondo fantastico delle fiabe e degli spettacoli cinematografici e teatrali.

Concretamente, invece, risiede nei sogni e nelle aspirazioni della nostra vita quotidiana, nelle grandi utopie sociali. In ogni modo, appartiene alla natura dell’uomo, lo fa progredire (nel senso letterale di andare avanti nel cammino della vita) e gli dà la forza per immaginare e costruire un domani possibile.

La Speranza, insomma, ha la grande capacità di riuscire a portarci oltre i confini del presente, dando significato, anche nella quotidianità, alla nostra vita.

Tenere conto della realtà, anche quando è atroce o crudele, non è un atteggiamento contrario alla Speranza. Lo dimostra la testimonianza dello psicoanalista austriaco Viktor Frankl, il quale aveva vissuto in prima persona la durissima prova dei campi di concentramento, dove aveva perso gran parte dei suoi familiari e dei suoi affetti.

Egli scriveva che proprio chi ha vissuto esperienze tragiche come quella, «ma anche chi nel quotidiano deve combattere contro la depressione, o convivere con malattie gravi proprie o dei propri cari, la disoccupazione, la crisi economica e via dicendo – chi trova in sé la forza di non cedere alla disperazione – riesce ad affrontarle e a superarle prefigurandosi una possibilità di futuro, una possibilità di felicità oltre lo sconforto che sta vivendo».

Chi coltiva la Speranza in queste condizioni estreme, a meno che non sia credente, ha una fiducia non in qualcosa di concreto o in qualcuno, ma fa un "salto nel buio", dimostra un forte senso di fiducia nella vita, scommette su qualcosa di imprevedibile.