Una luce che illumina l’interiorità

Lo psichiatra e psicoanalista Eugenio Borgna parla degli «sconfinati orizzonti di senso della Speranza, e del dovere di non lasciarla mai morire nelle diverse situazioni della vita, anche quelle che ci sembrano più disperate. Davvero – egli afferma – non si può vivere se non siamo accompagnati dalle luci stellari della Speranza».

Questa "luce stellare" ci può illuminare solo se si tiene lo sguardo rivolto a sé stessi, alla propria interiorità. La conoscenza di sé può schiudere il significato che la Speranza assume nella nostra esperienza di esseri umani.

La Speranza può essere come «un ponte che si staglia sulla fiumana dei sentimenti così da permettere all'uomo di camminare sul suo tumulto interiore, sopra il tempo che passa, su una profondità in cui altrimenti si annullerebbe facilmente»: con queste parole la descrive la filosofa spagnola Maria Zambrano, ricordandoci che le emozioni «dicono quello che avviene in noi».

In questo senso la Speranza ha un valore introspettivo e concorre all'importante compito di conoscere sé stessi.

L'immagine del ponte associato alla Speranza ricorre anche nello scrittore boemo-tedesco Franz Kafka: questa volta è un ponte che «ci fa uscire dalla nostra solitudine, e ci mette in relazione con gli altri».

Questo può avvenire se ci immedesimiamo, con empatia, nell’interiorità degli altri: la Speranza, in questo senso, è capacità di ascolto, segno di vicinanza umana e di solidarietà.