La bellezza che "ferisce"

La bellezza ci suggestiona, ci comunica un mistero e ci porta alle soglie dell'infinito, purché la si sappia riconoscere, attraverso non solo il senso della vista ma, soprattutto, attraverso uno sguardo interiore aperto e disponibile.

«La bellezza risplende nel cuore di colui che a essa aspira più che negli occhi di colui che la vede» spiega il poeta libanese Khalil Gibran, presupponendo non solo occhi che scrutano, ma un cuore dischiuso alle emozioni e la disposizione a un coinvolgimento di tutto il nostro essere.

Se ci lasciamo toccare nel profondo dalla bellezza (papa Benedetto XVI a proposito della bellezza ha usato il verbo "ferire") essa ci apre a «un sussulto, una fascinazione, un innamoramento»: sono parole del teologo Angelo Casati, che sottolinea il valore spirituale dell'«emozione per la bellezza racchiusa nel frammento».

L'importanza dell'attenzione

È l'attenzione che sappiamo dedicare al "frammento" a permetterci di sperimentare la bellezza: l'attenzione – ci ricorda la filosofa Simone Weil – è una qualità che si coltiva attraverso i nostri sforzi e che richiede tempo e pazienza.

Se andiamo troppo di fretta e non impariamo a concentrarci, non solo viviamo in modo superficiale e distratto, ma rinunciamo a esperienze preziose.

Soprattutto non impariamo a soffermarci sulle cose e a pensare in modo adeguato.