Imparare a "pensare bene"
Il pensiero, come abbiamo detto in altre occasioni, fa sì che noi esseri umani possiamo qualificarci come "animali razionali".
Per quanto fragili e meno dotati di altri animali, abbiamo tuttavia la forza del pensiero.
Diceva il filosofo Baise Pascal: «Tutta la nostra dignità sta nel pensiero. In esso dobbiamo cercare la ragione per elevarci, e non nello spazio e nella durata, che non potremmo riempire».
Tuttavia, pensare di per sé non basta: se vogliamo distinguerci come esseri umani dobbiamo lavorare a «ben pensare» (Pensieri, n. 377).
La capacità di "pensare bene" è quella che ci aiuta a distinguere il Bene dal Male e ha, quindi, una finalità importante e fondamentale per una vita buona.
Il richiamo al Bene
La bellezza ci attira in maniera misteriosa e istintiva, attraverso un richiamo: in greco la parola kalós, "bellezza", ha la stessa radice del verbo kaléo, che vuol dire, appunto, "chiamare".
Se prestiamo attenzione e ci predisponiamo ad ascoltare questo richiamo - senza fermarci alla superficie delle apparenze - la bellezza produce in noi una tensione verso ciò che ci fa stare bene e che ci rende migliori.
L'adesione attenta alla vita portava Simone Weil a scorgere, nella bellezza del mondo, una traccia che ci porta a ciò che sta oltre noi: «Grazie alla saggezza di Dio, che ha posto sul mondo il contrassegno del Bene sotto forma di bellezza, si può amare il Bene attraverso le cose di quaggiù. […] Non è possibile concepire il Bene senza passare per il Bello».