Cattura di Gesù
Giuseppe Cesari (1568-1640)
La cattura di Cristo, 1596-1597, olio su tavola
Kassel, Staatliche Museen

Pietro Lorenzetti
Il fatto
LA CATTURA DI GESÙ
Dopo l’Ultima Cena, Gesù e gli apostoli si recano al Getsemani, dove Gesù prega in preda all’angoscia. Richiama quindi gli apostoli, poiché l’arrivo del traditore è imminente. Sopraggiunge infatti Giuda, il quale, in base a un segnale convenuto con le guardie che lo seguono, bacia Gesù sulla guancia per indicare colui che deve essere arrestato. Non appena le guardie afferrano Gesù scoppia una rissa fra la truppa e gli apostoli. Pietro, con una spada, taglia un orecchio a Malco, un servo del sommo sacerdote, ma Gesù lo frena, ricordandogli che «tutti quelli che mettono mano alla spada, di spada periranno» (Matteo 26,52), poi risana il servo toccandogli la ferita (Luca 22,51). Secondo Giovanni, Gesù chiede agli aggressori: «Chi cercate?»; rispondono: «Gesù il Nazareno», e quando Gesù replica: «Io sono», le guardie indietreggiano e cadono a terra (Giovanni 18,4-6). L’evangelista allude all’episodio dell’Antico Testamento in cui il profeta Elia distrugge due armate di cinquanta uomini venute per catturarlo («Elia rispose e disse al capitano dei cinquanta: “Se io sono un uomo di Dio, scenda del fuoco dal cielo, e consumi te e i tuoi cinquanta uomini!”. E dal cielo scese il fuoco di Dio che consumò lui e i suoi cinquanta uomini.» 2Re 1,10), rinunciando a distruggere la terza dopo l’atto di sottomissione del loro capitano. Con questo, Giovanni sottolinea il fatto che Gesù, benché possa difendersi, è tuttavia disposto a morire. Chiede soltanto di lasciare liberi gli apostoli perché possa adempiersi quanto egli stesso aveva detto nell’ultima preghiera al Padre per i discepoli: «Quando ero con loro, io li ho conservati nel tuo Nome che mi hai dato e li ho custoditi e nessuno di loro si è perduto, eccetto il figlio della perdizione, affinché si adempisse la Scrittura» (Giovanni 17,12). Dopo avere alluso al ritorno del demonio e al trionfo della «potenza delle tenebre» (Luca 22,53), Gesù si lascia legare dalle guardie che lo conducono al cospetto del Sinedrio. Gli apostoli, intanto, si danno alla fuga, e solo Pietro e Giovanni seguiranno Gesù durante le prime fasi del processo. Marco riporta un misterioso episodio, quello di un ragazzo avvolto in un panno di lino che cerca di seguire Gesù dopo l’arresto, ma quando le guardie tentano di afferrarlo egli lascia cadere il panno e fugge via nudo (Marco 14,52).
La parola
dal Vangelo di Matteo (26,51-56)
«Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la sfoderò e colpì un servo del sommo sacerdote, amputandogli l’orecchio. Allora dice a lui Gesù: “Rimetti la tua spada al suo posto, poiché tutti quelli che mettono mano alla spada, di spada periranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio che mandi subito in mia difesa più di dodici legioni di angeli? Come dunque si adempirebbero le Scritture, le quali dicono che così deve accadere?”. Poi, rivolto alla folla, disse: “Siete venuti a prendermi con spade e bastoni come si fa con un brigante. Ogni giorno ero nel tempio a insegnare e non mi avete preso. Tutto ciò è accaduto affinché si adempissero le Scritture dei Profeti”. Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, si diedero alla fuga.»
dal Vangelo di Marco (14,46-52)
«Quelli, allora, gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti, sguainata la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù, prendendo la parola, disse loro: “Come contro un brigante siete venuti ad arrestarmi, con spade e bastoni! Ogni giorno ero tra voi, mentre insegnavo nel tempio, e non mi avete preso. Ma si adempiano le scritture!”. Allora i discepoli, abbandonandolo, fuggirono tutti. Un ragazzo, però, lo seguiva, avvolto solo in un panno di lino sul corpo nudo. Tentarono di afferrarlo, ma egli, lasciato cadere il panno di lino, se ne fuggì via nudo.»
dal Vangelo di Luca (22,49-53)
«Quelli che erano con lui, appena si accorsero di quello che stava per accadere, dissero: “Signore, dobbiamo usare la spada?”. E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne e disse: “Smettete, basta così!”. E toccandogli l’orecchio, lo guarì. Disse poi Gesù ai gran sacerdoti, agli ufficiali del tempio ed agli anziani che erano venuti contro di lui: “Siete usciti con spade e bastoni come contro un delinquente. Eppure, ogni giorno io stavo con voi nel tempio e non mi avete mai arrestato. Ma questa è l’ora vostra e la potenza delle tenebre”.»
dal Vangelo di Giovanni (18,1-11)
«Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron dove c’era un orto, in cui entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, che lo stava tradendo, conosceva bene il posto, perché Gesù molte volte si era riunito là con i suoi discepoli. Giuda dunque, presa la coorte e le guardie dei sacerdoti-capi e dei farisei, vi si recò con lanterne, fiaccole ed armi. Gesù, sapendo tutto ciò che stava per accadergli, si fece avanti e disse loro: “Chi cercate?”. Gli risposero: “Gesù il Nazareno”. Dice loro: “Io sono”. Stava con loro anche Giuda che lo tradiva. Quando ebbe detto loro: “Io sono”, indietreggiarono e caddero a terra. Domandò allora di nuovo: “Chi cercate?”. Essi dissero: “Gesù il Nazareno”. Gesù rispose: “Ve l’ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate andare via costoro”. Così si adempì la parola che aveva detto: “Di quelli che mi hai dato non ne ho perduto nessuno”. Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la sfoderò e colpì il servo del sommo sacerdote e gli mozzò l’orecchio destro; quel servo si chiamava Malco. Ma Gesù disse a Pietro: «Metti la spada nel fodero. Non dovrò forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”»