Il sacrificio di Noè

Il volto di Noè

Un figlio di Noè porta la legna

Gli animali per il sacrificio

Un figlio di Noè porge la carne
Il fatto
Il primo atto compiuto da Noè dopo l’uscita dall’arca è quello di edificare un altare sul quale offrire sacrifici al Signore per onorarlo e ringraziarlo della Sua misericordia: Dio ha consentito al patriarca e alla sua famiglia di scampare al pericolo del diluvio. Noè, infatti, com’è ricordato nella Genesi (7, 1), era un uomo «giusto», il che significa, in primo luogo, osservante dei precetti del Signore. Quest’ultimo, infatti, assaporando la «soave fragranza» che emana dall’altare eretto in Suo onore da Noè, si ripromette di non colpire mai più l’umana specie in modo così drastico come aveva fatto con il Diluvio, dal momento che il «cuore umano» è di per se stesso «incline al male».
Vale la pena di notare come le parole di Dio in questo frangente («Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo») rimandino implicitamente a un altro episodio raffigurato nella volta della Sistina, quello dell’Ebbrezza di Noè: l'evidente fatica del patriarca ritratto mentre dissoda la terra con la vanga allude alla maledizione scagliata dal Signore contro Adamo ed Eva dopo il Peccato originale: «Maledetto sia il suolo per causa tua!» (Genesi 3, 17). La “revoca” (per così dire) di questa maledizione rimanda a sua volta alla comparsa dell’arcobaleno, dopo il Diluvio, come simbolo del nuovo patto fra Dio e il genere umano. Dopo avere benedetto Noè e i suoi figli, Dio, infatti, dice loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. […] Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la terra» (Genesi 9, 1-13).
La parola
Dio ordinò a Noè:
«Esci dall’arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te.
Tutti gli animali d’ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa».
Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli.
Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono dall’arca.
Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi [cioè puri: per gli ebrei "puro" era ciò che avvicinava a Dio, "impuro" quello che allontanava dal suo culto] e di uccelli mondi e offrì olocausti sull’altare.
Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché l’istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
Finché durerà la terra,
seme e messe,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno».
Genesi 8, 15-22