Giudizio Universale - Michelangelo Buonarroti

Gli angeli portano la Croce.

Gli angeli portano la Corona di spine.

Gli angeli portano la Colonna della flagellazione.

Cristo giudice, con accanto la Vergine, è circondato da una folla di apostoli, profeti, patriarchi, sibille, eroine dell'Antico Testamento, martiri, vergini e santi, che intorno formano un doppio, turbinoso anello di corpi.
Con il gesto impetuoso del braccio, Cristo dirige la separazione dei giusti, che salgono, dagli empi, che scendono.
La Vergine gira la testa, rassegnata: può solo attendere l’esito del Giudizio, ma non può più intervenire nella decisione.

Di questo gruppo fanno parte quasi esclusivamente donne: vergini, sibille ed eroine dell'Antico Testamento.
Spicca la monumentale donna col seno scoperto, che abbraccia un'altra: sono state identificate come la personificazione della Chiesa misericordiosa e una devota.

Le due figure ai piedi di Cristo sono facilmente riconoscibili grazie agli attributi che portano in mano:

• a sinistra San Lorenzo, che morì bruciato su una graticola;

• a destra San Bartolomeo, che regge con la mano la pelle del suo martirio: fu scorticato vivo.
  Alcuni hanno visto, sul viso della pelle morta, un autoritratto dell’artista.

Le trombe degli angeli, come quelli sopra anch’essi privi di ali, annunciano la venuta di Cristo e risvegliano i morti.

A sinistra (alla destra di Cristo) i salvati, ancora attoniti e disorientati dopo essere risorti, volano verso l’alto. Si aggrappano alle nuvole per conquistare il cielo.

A destra (alla sinistra di Cristo), gli angeli picchiano coi pugni i reprobi, rifiutandoli nei cieli, mentre i demoni li trascinano verso l'abisso con violenza.

Un dannato si copre il volto, mentre i diavoli lo trascinano in basso.
È stato identificato come un autoritratto del pittore, ma anche come simbolo della disperazione.
Un serpente, aggrappato intorno a lui lo morde, simboleggiando il rimorso. Un perfido demone dal corpo colorato di blu e rosso gli stringe le gambe. 

Sull’imbarcazione, Caronte obbliga a scendere, a colpi di remo, i dannati, i quali, terrorizzati, vengono scaraventati e trascinati giù tra i diavoli grotteschi, per essere poi condotti davanti al giudice infernale Minosse, con il corpo avvolto dal serpente.
Per la rappresentazione dell’Inferno, Buonarotti prese spunto dalla Divina Commmedia.