La creazione di Adamo
- La figura di Dio
- La figura di Adamo
- Il volto di Adamo
- Il paricolare delle dita
Il fatto
La comparsa di Adamo sulla terra rappresenta certamente il culmine dell’intensa attività creatrice che aveva caratterizzato le cinque “giornate” precedenti.
Adamo viene plasmato con la polvere del suolo – in ebraico
Adamà significa, infatti, "terra" – direttamente da Dio stesso, che gli soffia poi nelle narici «un alito di vita» rendendolo «un essere vivente» (Genesi 2, 7).
Che Adamo rappresenti il “vertice” della Creazione, è confermato dall’intima connessione tra creatura e Creatore, il quale decide di fare l’uomo «a sua immagine e somiglianza»: «E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”» (1, 26); «Dio creò l’uomo a sua immagine» (1, 27).
C’è da notare, infine, che alla creazione dell’uomo si accompagna la realizzazione del giardino dell’Eden, luogo meraviglioso e lussureggiante di vegetazione: al contrario, il resto della terra è completamente spoglia e su di essa non vi è «nessun cespuglio […] nessuna erba campestre» (2, 5). Questo giardino straordinario è destinato da Dio a dimora eletta dell’uomo, il quale dovrà «coltivarlo e custodirlo»: dovrà, cioè, accudire l’opera che il Creatore ha realizzato per amor suo. Ma nel giardino dell’Eden si trova anche l’albero della conoscenza del bene e del male, dei cui frutti l’uomo non deve nutrirsi.
La parola
Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata – perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo
e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare tutto il suolo –;
allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente e vi collocò l’uomo che aveva plasmato.
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.
Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c’è l’oro
e l’oro di quella terra è fine; qui c’è anche la resina odorosa e la pietra d’ònice.
Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d’Etiopia.
Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufràte.
Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,
ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
Genesi 2, 4b-17