Il volto di Oloferne
Giuditta si accinge a coprire con un panno la testa decapitata di Oloferne, appoggiata su un grande vassoio.
I contrasti di colore sono ripresi e accentuati dai contrasti luce-ombra e trovano un’eco persino nelle pose dei personaggi. Al braccio piegato ad angolo retto di Giuditta, sulla destra, corrisponde il braccio dell’ancella piegato verso l'osservatore: il giallo luminoso della manica risalta fortemente contro la parte in ombra della figura che a sua volta, con i suoi contorni poderosi, spicca sulla tenda chiara retrostante.
Si noti, infine, come il profilo in penombra dell'ancella venga messo in risalto dal convergere della sua manica gialla e di quella azzurra di Giuditta. Dal viso della donna traspare un’espressione tesa e concentrata, specchio della consapevolezza di questa muta testimone un evento capitale per la storia d’Israele.
La compostezza del volto di Oloferne – nei cui tratti qualcuno ha voluto ravvisare un presunto autoritratto di Michelangelo – ci ricorda che questi è stato colto improvvisamente dalla morte mentre era immerso nella semi incoscienza dell’ubriachezza.