Giuditta e Oloferne (particolare)


Il corpo di Oloferne



Il corpo senza testa del comandante assiro – che sul suo letto di morte, negli ultimi spasimi dell’agonia, divarica scompostamente le gambe e solleva mollemente un braccio, mentre l’altro già ricade inerte dal giaciglio – è raffigurato da Michelangelo in uno scorcio particolarmente difficile e complesso.
Sullo sfondo, in alto, sono sospesi alcuni tendaggi rossi, come rossi sono i fiotti di sangue che vediamo zampillare dal collo ormai senza testa, mozzata da Giuditta pochi attimi prima.
La possente figura di Oloferne – metafora della potenza dell’esercito di cui era il condottiero – occupa tutta la parte destra del pennacchio.
 
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