SEI Editrice
LA VITA DI CRISTO
 

Fuga in Egitto

Domenico Fiasella (1589-1669)
Fuga in Egitto, 1625 ca., olio su tela

Collezione privata

  • Lorenzo Monaco

Il fatto

La Fuga in Egitto si ricollega, da una parte, all’Adorazione dei Magi, dall’altra alla Strage degli Innocenti. I Magi, infatti, giunti a Gerusalemme, avevano chiesto informazioni a Erode sulla nascita del nuovo «re dei Giudei», mettendolo così in allarme sulla stabilità del proprio trono e scatenando in lui l’insano proposito di eliminare tutti bambini di Betlemme «dai due anni in giù». Secondo Matteo, i Magi erano stati «avvertiti in sogno di non passare da Erode» sulla via del ritorno e, sempre in sogno, un angelo avvisa Giuseppe di rifugiarsi in Egitto sino a nuovo ordine perché Erode «è in cerca del bambino per ucciderlo». Infine, dopo la morte di Erode, un angelo apparirà nuovamente in sogno a Giuseppe comunicandogli il cessato pericolo. Gesù si trova così a ripercorrere il cammino del popolo d’Israele verso l’Egitto e ritorno, infatti, le parole del profeta citate da Matteo, «Dall’Egitto ho richiamato il mio figlio», sono quelle di Osea (11,1), le quali ricordano altresì le parole del Signore nell’Antico Testamento: «Io sono il Signore Dio tuo, che ti trassi dalla terra di Egitto, dalla casa di schiavitù» (Esodo 20, 2).

La parola

Dal Vangelo di Matteo (2,13-15)
«Ecco che un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Su, alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto e rimani lì fino a mio nuovo avviso. Erode infatti è in cerca del bambino per ucciderlo”. Egli si alzò, prese con sé il bambino e sua madre, nella notte, e partì per l’Egitto. Lì rimase fino alla morte di Erode. Questo, affinché si adempisse quanto fu annunciato dal Signore per mezzo del profeta che dice: Dall’Egitto ho richiamato il mio figlio».

Approfondimento

Gaetano Gandolfi (1734-1802),
Il sogno di Giuseppe, 1790 ca., olio su tela,

collezione privata.


Sia la fuga in Egitto sia il ritorno in Israele sono originati da sogni di Giuseppe, al quale un angelo annuncia tanto la necessità della fuga quanto la morte di Erode e la possibilità del ritorno. Giunto nuovamente in Israele, un ulteriore sogno lo avverte di non fermarsi in Giudea, bensì di raggiungere la Galilea e di stabilirsi nella città di Nazaret. In precedenza, sempre un angelo gli aveva annunciato in sogno che la gravidanza di Maria era frutto dello Spirito Santo e che il nascituro sarebbe stato il Messia profetizzato dalle Scritture (Matteo 1,20-23). Figura davvero ammirevole quella di Giuseppe, il quale, chiamato continuamente ad «alzarsi» e «destarsi» per proteggere Gesù e Maria, ubbidisce sempre con incondizionata fede alle sue apparizioni oniriche, senza dubbi né tentennamenti, perciò non a caso Matteo lo definisce un uomo «giusto».

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