Pennacchi a tromba nell’architettura islamica
Si tratta di elementi di raccordo geometrico fra l’imposta circolare di una cupola e il quadrato o il poligono di base in cui essa è inscritta.
I pennacchi più utilizzati nella tradizione architettonica sono di due tipi. Quelli a cuffia, costituiti da calotte di sfera, sono più frequenti nella architettura occidentale a partire dal Rinascimento. Un tipico esempio è la chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli (oggi moschea). La cupola è raccordata da 4 pennacchi di questo tipo al centro quadrato della costruzione in cui è inscritta. Santa Sofia, capolavoro della prima architettura bizantina, costituì dopo il Medioevo uno dei modelli principali per l’architettura dell’Europa occidentale e ottomana.
Il secondo tipo è il raccordo a tromba, in cui la superficie curva è costituita da una porzione di cono anziché di sfera. Nell’architettura islamica questo tipo fu molto diffuso e divenne uno dei motivi più tipici. È denominato muqarnas ed è modellato a nicchie digradanti, ad alveoli, a nido d’ape o a stalattiti.
Vediamone alcuni esempi.
- Pennacchi a tromba elementari in una modesta costruzione tradizionale irachena: il raccordo è ottenuto mediante 4 mezzi coni.
- Isfahan (Iran), cupola della sala settentrionale del Masgid-i Gami (1088 d.C.). Esempio di straordinario pregio artistico e costruttivo. Si tenga conto che la costruzione è interamente in mattoni.
- Damasco (Siria), Madrasa (scuola coranica) al-Nuriyya, fine XII sec., particolare dell’interno e dell’esterno della cupola. Qui il motivo del muqarnas risulta predominante e autonomo rispetto al problema del raccordo fra cupola e base.
- Taza (Marocco), volta del mirhrab della Grande Moschea (fine XIII sec.). Qui la tradizione costruttiva delle volte nervate e del muqarnas viene portata ad una sofisticazione quasi barocca. La pianta quadrata si trasforma, mediante le trombe, in un ottagono e successivamente in un dodecagono, dai cui angoli partono una coppia di nervature ad arco molto sottili.