Padiglione Philips all'Expo di Bruxelles, 1958

L’edificio fu realizzato su progetto di Le Corbusier e del greco Jannis Xenakis, singolare figura di ingegnere-musicista (quest’ultima divenne in seguito la sua attività prevalente). La sua concezione geometrica è evidenziata dalla sequenza di schizzi che illustrano l’evoluzione delle idee di progetto (disegno 1), disegno 2), disegno 3)). Si parte da una pianta in forma di stomaco liberamente curvilinea per giungere, attraverso fasi intermedie con utilizzo di conoidi, alla soluzione finale in cui tutte le curve libere sono iperboli e i conoidi sono rimpiazzati da paraboloidi iperbolici. Per immaginare la soluzione finale, non essendo ancora a disposizione strumenti come il CAD, vennero utilizzati attrezzi come quello disegnato in figura a). Si trattava di strumenti composti da aste e fili elastici, dove i fili funzionavano come generatrici e le aste come direttrici di paraboloidi iperbolici. In tal modo la struttura  fu studiata con il disegno e con modelli strutturali, per verificare la portanza del materiale prescelto (gusci sottili nervati in cemento precompresso dello spessore di 5 cm).
All’interno dell’edificio venne realizzata un’installazione della durata di 10 minuti concepita da Le Corbusier. “Le poème électronique”, questo il titolo dell’opera, era costituito da una combinazione di luci, proiezioni e musica (composte da E. Varèse e dallo stesso Xenakis), a celebrazione della nuova era elettronica.

Padiglione Philips all'Expo di Bruxelles 1958
Disegno 1)
Disegno 2)
Disegno 3)
Figura a)