Ovoidi ed altre superfici curve composte

orme policentriche, raccordi e superfici di rivoluzione hanno avuto larga applicazione fin dall’antichità, anche se probabilmente più per via induttiva che deduttiva. In altre parole prima si progettava formando l’andamento curvilineo a piacimento, successivamente astraendo e magari regolando la ragione geometrica. Gli antichi greci furono maestri di eleganza formale nel trattamento curvilineo di elementi architettonici (basi di capitelli, cornici ecc.). Si pensi anche alle superfici di rivoluzione di ogni foggia generate da vasai fin dai tempi più antichi. Nel Medioevo l’applicazione di curve policentriche architettonicamente più importante è quella concernente archi e volte. Nel Rinascimento si prese spunto dai particolari classici come quelli realizzati dagli antichi romani. In età barocca l’ovale fu forma principe. La grande archeologia sette-ottocentesca diede nuovo materiale, anche greco classico, che offrì spunto agli architetti neoclassici. In tempi moderni l’architettura espressionista e organica e i loro sviluppi contemporanei hanno esplorato nuove forme curvilinee, avvantaggiandosi delle possibilità offerte dalle evoluzioni tecnologiche del legno (legno curvato lamellare) e del calcestruzzo armato (volte sottili con guscio a membrana, cemento spruzzato su maglia di ferro).


Renzo Piano, Jean-Marie Tjibaon Cultural Center, Noumea (Nuova Caledonia), 1998