La parte della storia biblica di Mosè affrontata dal regista Ridley Scott arriva fino alla consegna delle Tavole della Legge e alla partenza per il lungo viaggio verso casa con l'Arca dell'Alleanza (omettendo tutta la vicenda dell'Idolo d'oro e dell'ira di Mosé). Pur non rinnegando il suo carattere di storia biblica e di ispirazione religiosa, gli autori riescono a dargli una concretezza e una sostanza umana che – al di là delle creative ma efficaci licenze poetiche – ne costituiscono l'elemento più riuscito. A questo contribuisce la scelta dei due protagonisti, non solo perché Christian Bale e Joel Edgerton sono due ottimi attori, ma perché la loro fisicità ben esprime la forza di una naturale rivalità tra fratelli che arrivano ad odiarsi: il primo che sa di essere nel giusto e il secondo che si arrocca ostinatamente nell'insensibilità arrogante di chi si è sempre considerato incarnazione divina e non vuole arrendersi al cambiamento (oltre a non volere, come tutti i dittatori, rinunciare allo sfruttamento economico di manodopera a costo zero). È l'eterno contrasto tra due tipi di potere e tra due visioni della vita, e al di là del fatto che Dio parteggi per una delle parti in lotta, è evidente come sia ancora oggi – specialmente oggi – una storia di libertà e riscatto innanzitutto umana.
(tratto da: Daniela Catelli, Coming Soon, 14 gennaio 2015)