Introduzione

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Il console contro Catilina

Cicerone, Catilinaria I, 1


Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet?
Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, [...]

L’opera ciceroniana spazia diversi ambiti e generi letterari; i filmati proposti prendono in esame due sfere diverse della produzione dell’autore: la trattatistica filosofica e l’orazione giudiziaria.

Durante il breve stralcio di trasmissione a cui hai potuto assistere, il conduttore, Corrado Augias, insieme alla classe ospite in studio, riprende molto sinteticamente la definizione di honestum, data da Cesare nel De officiis. Basandoti sul passo in questione, riportato nella tua antologia, spiega in maniera più approfondita questo concetto, soffermandoti ad analizzare le quattro virtù stoiche che lo compongono.

La vicenda presentata nel filmato proposto, si riferisce all’orazione Pro Sexto Roscio Amerino, che rappresenta per Cicerone l’esordio sulla scena forense. Sulla base dei tuoi studi, o attraverso una ricerca, ricostruisci la vicenda narrata in quest’orazione, soffermandoti in particolare sulla struttura del processo: in cosa consisteva un’udienza nell’Antica Roma? Quanto tempo prevedeva, quali erano le mansioni degli avvocati, chi determinava il giudizio?

(*) Per i filmati contrassegnati con questo simbolo è necessaria la connessione web.

Honos

Honos rientra nella famiglia di termini  - fra i quali, solo per citarne alcuni: fides, fama, gloria, laus, dignitas, existimatio – che definiscono per così dire il “valore riconosciuto” di un individuo (il cittadino maschio adulto, il civis) il posto che egli occupa all’interno della comunità (la civitas), quello che gli viene ufficialmente assegnato come “ricompensa” dei suoi meriti, contropartita di una condotta conforme a ciò che l’opinione pubblica, la collettività si aspetta dai suoi membri. Molto più che semplici spie del valore morale honos e la suddetta famiglia di termini sono gli elementi costitutivi dello status del cittadino e quelli attorno ai quali funziona quell’operazione di “valutazione” dei cittadini e “distribuzione” di oneri e onori che è il census, il censimento. In una parola, essi rappresentano una sorta di  “certificato” di moralità e onorabilità a disposizione del civis e che gli dà accesso alla vita politica e giuridica della città. Non è in tal senso secondario che, oltre a tutte le espressioni concrete che può assumere come «onore conferito» (statue, premi, donazioni di terreni o altri beni, riconoscimenti pubblici), honos è usato, per lo più al plurale (honores), come termine tecnico del lessico politico, a indicare le cariche politiche: cursus honorum è la «carriera politica», nel senso del percorso, l’iter a tappe obbligate e sequenziali, che il civis deve seguire da una carica (honos, appunto) all’altra, dalla più bassa, la questura, alla più alta, il consolato.

Processione per l’entrata in carica di un console, III secolo d. C., Roma, Museo Nazionale Romano

Ius, Iusiurandum

Ius è il termine che designa, sotto ogni profilo, il «diritto»: esso indica a un tempo lo stato di conformità alla norma (una condizione di «giustizia») e le procedure, gli atti che realizzano tale stato e lo ristabiliscono quando viene violato (atti che sono per lo più «fatti di parola», enunciazioni: iura sono tanto le formule che recitano lo stato di ius,  testi fissati che dettano le prescrizioni di giustizia quanto le sentenze pronunciate dal giudice per ripristinare la giustizia infranta). Da ius deriva poi il verbo iurare, letteralmente «realizzare, porre in essere il ius» (sia nel senso di «realizzare lo stato di conformità a giustizia» sia nel senso di  «realizzare la formula che realizza lo stato di conformità a giustizia»). A sua volta da iurare, iusiurandum (il giuramento, letteralmente il «ius che deve essere realizzato, posto in essere come ius») è un enunciato capace di creare un obbligo, di sancire uno stato di cose valido, di «diritto» appunto: con la sua struttura tripartita (invocazione del dio, affermazione di verità o promessa, automaledizione condizionale con cui il giurante invoca su di sé la punizione divina in caso di spergiuro) il giuramento rende sacro quanto viene affermato ponendolo sotto la protezione della divinità testimone e garante della verità che viene affermata.

Scena di giudizio, Villa della Farnesina, triclinio C, I secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano

Officium, Beneficium

La linguistica moderna spiega l’origine del termine officium con la sincope della i di opificium, composto dalla stessa radice di opus, operis, «lavoro», «opera», e dal verbo facio «fare», «realizzare». La nozione prima di officium sarebbe dunque in origine quella dell’esecuzione di un lavoro, dello svolgimento di un compito (senso che rimane nell’accezione che indica la mansione specifica, o meglio il complesso di mansioni di un funzionario nella sua carica, nel suo “‘ufficio” appunto). Gli antichi collegavano il termine a vari composti di facio, da efficio «mandare ad effetto», «eseguire», a conficio «portare a termine», «compiere», intendendolo prevalentemente nel senso di «ciò che è giusto fare», ovvero «ciò che ciascuno deve fare in quanto si addice ed è appropriato al suo ruolo e alla posizione che occupa». In questo senso officium è il termine-chiave del lessico morale romano, a indicare il dovere sociale di ogni cittadino, l’obbligo che lo vincola a certe azioni, a una data condotta. Valore speciale assume poi l’officium all’interno delle relazioni interpersonali, costruite e cementate da una fitta rete di reciproci officia. Fra questi, un atto al quale i Romani attribuiscono forte funzione di coesione sociale e umana è  il beneficium, un’azione che il benefattore deve compiere spontaneamente e senza aspettarsi alcun contraccambio e il beneficato deve ricevere con gratia, gratitudine, un sentimento di riconoscenza e riconoscimento allo stesso tempo che lo fa sentire legato al benefattore da un vincolo di rispetto, lealtà e fedeltà.

Un magistrato nell’esercizio delle sue funzioni (o un oratore), II secolo d.C., Ostia, Museo Archeologico Ostiense

Dignitas

Il sostantivo dignitas descrive la qualità corrispondente all’aggettivo dignus, da cui deriva, ed entrambi sarebbero, secondo i moderni linguisti, da far risalire al verbo decet «si conviene», «si addice». Da un punto di vista semantico infatti, dignitas traduce la conformità fra ciò che viene realizzato e ciò che in quella situazione, in quel campo ci si aspetta che venga realizzato: a livello meramente estetico la «bellezza»; nel lessico  della retorica l’«armonia» fra contenuto-gesto-parole-voce dell’oratore; nel vocabolario politico i meriti di un candidato o anche la posizione che un uomo ha raggiunto nella sua carriera politica (cursus honorum). Campo d’elezione del termine è però quello morale-sociale: dignitas si attesta (accanto, fra gli altri, ad existimatio, fama, laus, gloria, fides, virtus)  nel vasto gruppo delle parole usate per definire e valutare l’individuo, le sue qualità morali, il suo comportamento e il posto che, come sanzione “pubblica” del comportamento stesso, gli viene riconosciuto all’interno della comunità. In tal senso dignitas è usato per indicare i sentimenti e il comportamento adeguati, convenienti e necessari, quelli che ci si aspetta da un dato uomo in una data situazione, la conformità di un atto con il personaggio che lo compie e con la situazione in cui lo compie, avvertita, tale conformità, come un obbligo da parte di ogni cittadino romano, e allo stesso tempo come un riconoscimento dovuto, in termini di rispetto, onore e prestigio sociale, da parte dell’opinione pubblica.

L’arringatore, II-I secolo a.C., Firenze, Museo Archeologico Nazionale

Che cos'è la politica?

Immagina di essere il curatore di una mostra e di utilizzare le cinque sale che hai a disposizione per presentare a un pubblico non esperto come Ciceorne intese la politica. Lo schema digitale che hai a disposizione ha lo stesso funzionamento tecnico di PowerPoint; può quindi contenere testi, immagini, file audio, link a video (se presente il collegamento in rete). Utilizza tutto il materiale che hai a disposizione: le conoscenze acquisite, le letture, gli approfondimenti (Filo rosso, Cultura Letteratura Storia), i filmati, gli spaccati di antropologia Uomo Sacro Società, le schede sui generi letterari. Porta i tuoi visitatori attraverso un percorso che va dal luogo fisico del teatro ai suoi autori di riferimento, ai temi ricorrenti.

Sala 1

Che cos’è la res publica

Sala 2

Chi è un uomo di Stato (tra officium e beneficium)

Sala 3

Etica e politica, tra azione e filosofia

Sala 4

Si può essere disinteressati?

Sala 5

Le vicende della fine della repubblica e la paura del regnum