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13 Lotta contro il cambiamento climatico

Il buco dell’ozono


Nel 1988 il buco dell’ozono apparì sopra il Polo Nord; nel 1990, 90 paesi decisero di sospendere la produzione di gas CFG e il buco all’ozono si ridimensionò.

Vi ricordate del buco dell’ozono? Si prevede che “guarirà” completamente entro 50 anni. A prevederlo sono gli esperti di cambiamenti climatici in un nuovo rapporto delle Nazioni Unite. Il fragile scudo di gas attorno al pianeta protegge la vita animale e vegetale dai potenti raggi ultravioletti (UV) del Sole. La sua utilità non è da sottovalutare.

Se indebolito, possono passare più raggi UV, rendendoci più inclini al cancro della pelle, alla cataratta e ad altre malattie.

A scoprire gli enormi danni allo strato furono degli scienziati negli anni Ottanta. Il principale colpevole erano i clorofluorocarburi o CFC. Provenivano dai frigoriferi, bombolette spray e nei prodotti chimici per il lavaggio a secco. Ma grazie al protocollo di Montreal sono stati banditi a livello mondiale nel 1987. Visto il declino di queste emissioni lo strato di ozono dovrebbe tornare stabile nel 2060, secondo il rapporto del Programma ambientale delle Nazioni Unite, Organizzazione meteorologica mondiale, Commissione europea e altri organismi.

In alcune parti della stratosfera, dove si trova in maggiore quantità, lo strato si è ripreso a un tasso dell’1-3% ogni 10 anni dal 2000. La quantità di ozono nella stratosfera varia naturalmente durante l’anno. Nelle regioni polari è più significativa la diminuzione. Ai tassi di recupero previsti dal rapporto delle Onu a latitudine media l’ozono guarirà entro il 2030. Nell’emisfero meridionale nel 2050.

Nelle regioni polari entro il 2060. Se non ci fosse stato il Protocollo di Montreal secondo Paul Newman della NASA due terzi dell’ozono sarebbero stati distrutti entro il 2065.

in “La Stampa”, 7 novembre 2018

Immagine del più grande buco nell'ozono sopra l’Antartico mai registrato (settembre 2006). Foto: NASA.

Lavoro sul testo
  1. Che cosa è l’ozono?
  2. Che cosa è la CFC?
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