Il Seicento è, per l’Inghilterra, un secolo turbolento. A originare la crisi è il contrasto fra il re Carlo I Stuart, determinato a esercitare il potere assoluto, e il Parlamento inglese, che rivendicando il diritto di decidere sulla politica fiscale dello Stato, chiede gli venga riconosciuto il ruolo di legittimo rappresentante del popolo inglese.
La situazione precipita nel 1642, quando re Carlo, deciso a imporre la sua volontà, ordina l’arresto dei membri più autorevoli della Camera dei Comuni. Per tutta risposta, il popolo di Londra insorge, costringendolo ad abbandonare la città: ha inizio una sanguinosa guerra civile, che ha termine nel 1645 con la sconfitta del sovrano. Quattro anni dopo, nel 1649, Carlo I viene condannato a morte.
Viene quindi proclamata la repubblica. Oliver Cromwell, il capo militare che più ha contribuito alla vittoria del Parlamento, viene insignito del titolo di “Lord Protettore” e, fino alla morte, eserciterà sul Paese una severa dittatura. Nel 1658, due anni dopo, il Parlamento restaurerà la monarchia. Il nuovo sovrano sarà Carlo II, figlio del re giustiziato.
Per avviare l’esercitazione, clicca sul titolo qui sotto: la prova comparirà in una nuova finestra del browser. Per rivedere il testo che hai appena esaminato e per consultare gli altri materiali dell’Atlante-Laboratorio, dovrai tornare alla finestra di partenza.
La guerra civile inglese