L’Italia nel 1815

Fai clic sugli elementi della legenda per ottenere informazioni o per disattivarle.

Descrizione

Se nel 1815 la carta d’Europa torna a somigliare a quella del 1789, vi sono tuttavia delle differenze. I territori italiani, in particolare, continuano a essere, per le grandi potenze, un ricco terreno di scambio. Il principale dominatore della penisola è ora la corona asburgica.

Venezia, costretta ad abbandonare ogni speranza di indipendenza, viene accorpata all’antico ducato di Milano, con il quale forma ora il Lombardo-veneto, una delle tante province dell’impero austriaco. Più o meno direttamente soggetti all’Austria sono poi i ducati di Parma, Modena, Massa e Lucca, e anche il Granducato di Toscana. L’unico Stato italiano che risulta avvantaggiato dalla nuova situazione politica è il piccolo Regno di Sardegna, che si amplia a spese dell’antica Repubblica di Genova. Non si può dire, però, che si tratti di un caso.

Il regno sabaudo, nelle intenzioni del Congresso di Vienna, dovrà essere uno stato cuscinetto: uno stato di media potenza collocato in una zona di confine, la cui funzione dovrà essere quella di impedire a due grandi potenze - l’Austria e la Francia – di venire in contatto fra loro, ed eventualmente di farsi la guerra.

Verifica le tue competenze!

Per avviare l’esercitazione, clicca sul titolo qui sotto: la prova comparirà in una nuova finestra del browser. Per rivedere il testo che hai appena esaminato e per consultare gli altri materiali dell’Atlante-Laboratorio, dovrai tornare alla finestra di partenza.

L’Italia nel 1815
Powered by:
Palumbo Multimedia. S.r.l.