Nel luglio 1943, quando le forze Anglo-Americane sbarcano in Sicilia, è ormai chiaro che la Germania e l’Italia sono destinate alla sconfitta. Il re Vittorio Emanuele, coadiuvato dalle alte sfere dell’esercito e da una parte della classe dirigente fascista, decide allora di destituire Mussolini, affidando il governo al generale Pietro Badoglio. Poco dopo, il 3 settembre, l’Italia firma l’armistizio con gli Alleati.
L’accordo, però, viene reso noto alcuni giorni più tardi, l’8 settembre. Comincia, in quel momento, una nuova guerra: da una parte si battono i tedeschi e i fascisti rimasti fedeli a Mussolini, che nel nord del Paese, ora occupato dai nazisti, danno vita alla Repubblica Sociale Italiana; dall’altra si battono gli Alleati, che lentamente, da sud, avanzano verso settentrione, con l’appoggio del governo Badoglio.
Nelle regioni occupate dai tedeschi, intanto, agisce e si rafforza il movimento della Resistenza, che offrirà un contributo determinante alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
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L’Italia divisa in due. La liberazione fra il 1943 e il 1944