Lo Stato di Israele tra la guerra dei sei giorni e la nascita dello Stato di Palestina

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Descrizione

Nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale, la presenza ebraica in Palestina era ancora relativamente limitata, anche se, nei decenni precedenti, molti ebrei, soprattutto europei, si erano insediati nell’area per fuggire all’antisemitismo dei paesi di origine, intensificatosi a partire dalla fine dell’800 e giunto al culmine dopo l’ascesa del nazismo. Il flusso migratorio, interrottosi con la guerra, riprendeva proprio allora, mentre tra le popolazioni locali – arabi per lo più di religione musulmana – si acuiva il malcontento verso i nuovi arrivati, visti come dei colonizzatori interessati ad appropriarsi di terre cui non avevano diritto.

Il punto di rottura giungeva nel 1948, quando, approfittando di un parere favorevole delle Nazioni Unite, il leader del Consiglio nazionale ebraico, David Ben Gurion, proclamava la nascita dello Stato di Israele. Scoppiava allora il primo conflitto tra il nuovo Stato e i paesi arabi confinanti, conclusosi con la vittoria israeliana. Durante quella guerra, 700 mila arabi palestinesi abbandonavano il territorio di Israele e si rifugiavano nei Paesi limitrofi all’interno di grandi campi profughi, convinti che, con il ribaltarsi delle sorti dello scontro, sarebbero presto tornati alle loro case. Quei profughi, in realtà, insieme ai loro discendenti, vivono ancora oggi nei campi profughi, la cui popolazione si aggira attualmente intorno ai 5 milioni di persone.

Nel 1956, durante la crisi di Suez, scoppiava una nuova guerra arabo-israeliana, cui ne seguiva un’altra nel 1967 (guerra dei sei giorni) e un’altra ancora nel 1973 (guerra del Kippur), tutte vinte da Israele. Gruppi indipendentisti palestinesi, intanto, sotto la guida di Yasser Arafat, organizzavano attentati terroristici dentro e fuori dallo Stato ebraico, chiedendo alla comunità internazionale il riconoscimento di uno Stato autonomo palestinese. Nuovi conflitti, più circoscritti, porteranno più tardi all’invasione israeliana del Libano (1978, 1982 e 2006), senza però portare ad alcuna soluzione della questione palestinese. Oggi, a più di un cinquantennio dalla nascita di Israele, il medio oriente continua a essere una delle aree politicamente più instabili del pianeta.

La minaccia allo Stato ebraico, tuttavia, a differenza di quanto era avvenuto in passato, non proviene tanto dai Paesi vicini, quanto dai territori occupati da Israele nella regione di Gaza e in Cisgiordania, aree che costituiscono il nucleo del futuro Stato di Palestina, già riconosciuto dall’ONU (2012) ma non dal governo di Tel Aviv. Proprio in quei territori, sono stati progettati gli attacchi terroristici che in diverse occasioni, negli ultimi anni, hanno colpito la popolazione civile di Israele.

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