La vita di san Francesco viene ripercorsa dai ricordi di Chiara e alcuni dei suoi primissimi seguaci. Dalla giovinezza dissipata, alla prigionia in guerra, che l'ha portato a rinunciare ai beni terreni, perché dopo aver letto la Bibbia tradotta capisce che la nostra vita va dedicata completamente a Dio, senza preoccuparci dei beni terreni ma solo di quelli spirituali, Francesco chiede al papa Innocenzo III di poter predicare la vita come vuole il vangelo (in povertà ma senza stare da soli).
Di salute precaria, torturato nell'animo, Francesco alla fine si rifugia con fra Leone - che lui chiama "pecorella di Dio" - sulle montagne, per meditare e pregare Dio, il quale non sembra rispondere alle sue grida angosciate. Ma così non sarà: le stigmate alle mani, ai piedi ed al costato suggelleranno nel sangue la pietà e l'amore divini per quell'uomo malato e disperato, che chiuderà presto gli occhi nella dolce terra umbra tanto amata.