Gli apostoli

SIMONE CANANEO O ZELOTA

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CHI È

Scarse le notizie su Simone (in ebraico “Dio ha esaudito”), che nel Vangelo di Luca e negli Atti degli Apostoli viene detto “lo Zelota”, a indicare la sua provenienza dal partito degli Zeloti, tenaci difensori dell’ortodossia ebraica e fautori della libertà dallo straniero anche con le armi, mentre nei Vangeli di Marco e Matteo ha l’appellativo di “il Cananeo”, per via della sua città natale, Cana, in Galilea. Questi soprannomi diversi hanno anche la funzione di distinguerlo dal suo quasi omonimo, Simon Pietro. Secondo la tradizione, sarebbe succeduto all’apostolo Giacomo il Minore come vescovo di Gerusalemme dal 62 al 107, anno in cui, sotto l’imperatore Traiano, avrebbe subito il martirio a Pella, ove si era rifugiato con la sua comunità.

Alcune tradizioni lo identificano con il direttore di mensa alle nozze di Cana, dove Giuda Taddeo sarebbe stato lo sposo. Del resto, nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze (secolo XIII), e nel Martirologio Romano è accomunato proprio all’apostolo Giuda Taddeo, insieme al quale avrebbe predicato il vangelo in Egitto e in Mesopotamia, dove sarebbero stati giustiziati. Secondo altre tradizioni, invece, sarebbero stati martirizzati entrambi a Suanir, in Persia, luogo della loro sepoltura.

Quanto alle modalità del martirio, esistono versioni differenti. Quella più diffusa, particolarmente atroce, e alla quale fa riferimento la maggior parte dell’iconografia, vuole che Simone sia stato segato in due.