Il Diluvio universale

L'arca di Noè

L'imbarcazione

L'attaccamento alle cose terrene

Alcuni superstiti
Il fatto
Il Diluvio universale, un tema ricorrente in molte culture antiche, è la storia dell’immane inondazione mandata da Dio per punire la malvagità degli uomini, allo scopo di cancellare dalla faccia della terra ogni traccia di civiltà.
«Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: “Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti”. Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore» (Genesi 6, 5-8).
Soltanto Noè, che Dio stesso definisce «giusto», si salverà insieme alla sua famiglia dal Diluvio e i suoi discendenti ripopoleranno la terra.
Dio fornisce a Noè sette giorni prima del diluvio (il sette è un numero simbolico nella Bibbia) precise indicazioni affinché costruisca un'imbarcazione, chiamata arca e infine gli dice: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione». Noè si rifugia nell’imbarcazione con la moglie, i figli e le loro mogli e una coppia di ogni specie animale. Per quaranta giorni e quaranta notti (quaranta, come sette, è un altro numero simbolico) la pioggia inonda la terra, sino alle montagne più alte, facendo cessare ogni forma di vita. Infine, il Signore ferma la pioggia e le acque cominciano a ritirarsi. Noè scende dall’arca mentre nel cielo appare l’arcobaleno, simbolo della nuova alleanza tra Dio e gli uomini.
La parola
Il Signore disse a Noè: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione.
D’ogni animale mondo [cioè puri: per gli ebrei "puro" era ciò che avvicinava a Dio, "impuro" quello che allontanava dal suo culto] prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina.
Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra.
Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto».
Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
[…]
Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra;
nell’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.
[…]
Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l’arca che si innalzò sulla terra.
Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l’arca galleggiava sulle acque.
Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo.
Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.
Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini.
Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta, morì.
Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell’arca.
Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.
Genesi 7, 1-24