La speranza è l'anima dell'educazione, l'energia propulsiva che trasforma la scuola in un luogo dove si impara a costruire, giorno dopo giorno, il proprio futuro.
Questo avviene se si realizza una necessaria alleanza intergenerazionale, se ci apre agli altri, se attraverso la conoscenza si creano ponti tra epoche, culture, mondi diversi, con saggezza e intelligenza.
Il legame tra speranza ed educazione è dunque un pilastro fondamentale, spesso sottinteso ma vitale, che definisce la funzione più profonda dell'apprendimento.
L'educazione, in sé, è intrinsecamente un atto di speranza: un investimento sul futuro, una dichiarazione di fiducia nel potenziale di crescita, cambiamento e miglioramento dell'individuo e, quindi, della società
nel suo complesso. Senza questa visione prospettica, l'istruzione si ridurrebbe a mera trasmissione di nozioni, sterile e priva di slancio.
Nella dinamica educativa, la speranza agisce come vero e proprio motore dell'intero processo educativo, per chi impara e per chi insegna.
Per chi impara, la speranza si traduce nella motivazione ad affrontare la fatica dello studio, ma non solo per accumulare nozioni: una scuola capace di alimentare speranza non solo insegna a "fare", ma anche a
"essere" e a "diventare", fornendo le conoscenze, le competenze e la fiducia necessarie per usarle (ad avere, appunto, secondo il desiderio di re Salomone, un “cuore saggio e intelligente”). Purtroppo, la nostra
scuola si colloca nell’attuale società della performance e del successo che impone forti pressioni agli individui, senza curarsi del fatto che tutti siamo esseri fallibili e che l’adolescenza è una delicata età di
trasformazioni. Questo induce in molti studenti, di fronte ai normali fallimenti, proprio il contrario della speranza, ovvero la disperazione, un senso di impotenza e di sfiducia.
Chi educa ha il compito di coltivare la speranza nei discenti e in sé stesso per sostenere l'impegno quotidiano tra difficoltà e sfide. Educare è sempre un'azione che guarda al futuro: un insegnante animato dalla
speranza è un promotore di cambiamento, capace di vedere in ogni alunno, anche il più fragile o disorientato, un potenziale inespresso. La pedagogia della speranza esige la prossimità, l’empatia e la tenerezza nella
relazione educativa aiutando a vedere sempre un “oltre” da realizzare.
Piero del Pollaiolo, Speranza, 1469-1472; Firenze, Galleria degli Uffizi.