Prima di essere il luogo in cui si apprendono formule matematiche, date storiche e regole grammaticali, la scuola è uno spazio essenziale per la crescita personale e per esercitarsi nella costruzione di relazioni positive. L’educazione emotiva assume dunque un ruolo fondamentale: significa fornire ai giovani gli strumenti per comprendere sé stessi e gli altri, affrontare le sfide quotidiane con saggezza, risolvere i conflitti e comunicare efficacemente. Queste abilità sono espressione dell’intelligenza emotiva, intesa come la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle delle persone con cui si interagisce. Metterle in pratica facilita la creazione di un clima in classe più sereno, accogliente e proficuo. Infatti, quando gli studenti si sentono ascoltati sia dagli insegnanti sia dai compagni, la loro motivazione allo studio aumenta e la loro autostima si rafforza. La scuola non diventa così un luogo da evitare.
Il benessere scolastico dovrebbe pertanto essere considerato una condizione necessaria all’apprendimento, e non un lusso. Purtroppo, molti insegnanti non contribuiscono a rendere la classe un ambiente sano, privando bambini e ragazzi di una guida nel processo di sviluppo dell’intelligenza emotiva e lasciando il suo esito al caso. Questo significa, per esempio, non intervenire di fronte ad atti di bullismo, esclusione, discriminazione o conflitti ripetitivi, oltre a non educare sulle dinamiche che li generano. Il ruolo dei docenti, invece, è cruciale: non sono solo trasmettitori di contenuti, ma facilitatori di relazioni e modelli di comportamento da seguire. Per questo motivo, dovrebbero aiutare i giovani a riconoscere e rispettare le differenze culturali, religiose, cognitive e fisiche. Un ambiente inclusivo accoglie studenti con disabilità o con stili di apprendimento differenti, celebra la pluralità come risorsa e considera l’interculturalità e l’interreligiosità come occasioni di arricchimento e comunione.
In conclusione, educare alle emozioni non è un compito secondario, ma il cuore pulsante di una scuola che vuole trasformare gli studenti in protagonisti attivi del cambiamento, contribuendo a costruire una realtà scolastica più giusta, più umana, e a formare cittadini consapevoli, solidali e capaci di vivere in un mondo complesso.