Gli apostoli

BARTOLOMEO

« Torna alla Home Page generale

CHI È

Bar-Tolomeo, cioè figlio di Tolomeo, viene identificato con il Natanaele di Cana di Galilea citato dal Vangelo di Giovanni. Dapprima scettico, in seguito all’incontro con il Messia propiziato dal suo amico Filippo, già seguace di Gesù, Bartolomeo si converte ed entra nel novero degli apostoli. È citato negli elenchi dei Vangeli sinottici in occasione della vocazione degli apostoli e dagli Atti degli Apostoli. Non è citato in altri episodi e delle sue vicende dopo Pentecoste danno notizia solo fonti tarde.

La tradizione apocrifa gli attribuisce un’intensa attività evangelizzatrice in Asia Minore, Mesopotamia, Partia, Armenia e India, ove predicò aspramente contro il culto del dio Astaroth. In seguito riuscì a liberare dal demonio un ossesso, Pseustio, e la figlia del re Polimio. Successivamente abbatté il simulacro del dio Astaroth, dal quale scaturì in catene un diavolo gigantesco che l’apostolo, prontamente, neutralizzò. Dopo questi prodigi il re, la sua famiglia e gran parte del popolo si convertirono, ricevendo il battesimo dall’apostolo. I sacerdoti pagani si rivolsero al fratello del re, Astiage, il quale riuscì a catturare Bartolomeo, lo fece bastonare e infine decapitare. Sulle modalità del martirio circolarono ben presto versioni differenti: la Legenda aurea di Jacopo da Varazze (secolo XIII) afferma che Bartolomeo fu dapprima crocifisso, poi, mentre era ancora vivo, scorticato. Con qualche eccezione, è quest’ultima versione ad avere colpito maggiormente l’immaginazione degli artisti, divenendo il motivo dominante nell’iconografia che lo riguarda.