Gli apostoli

GIACOMO MAGGIORE

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La parola dei Vangeli

Nel Vangelo di Matteo, Giacomo e suo fratello Giovanni, pescatori, vengono chiamati da Gesù subito dopo Pietro e Andrea (l’identico episodio è descritto anche in Marco 1,19-20):

Andando oltre, [Gesù] vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
(Matteo 4,21-22)

Nel Vangelo di Marco, quando Gesù sceglie i dodici, chiama Giacomo e Giovanni “figli del tuono” per la loro animosità:

Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”.
(Marco 3,16-17)

Questa animosità è testimoniata dal Vangelo di Luca, allorché i samaritani si rifiutano di accogliere Gesù e gli apostoli:

Egli [Gesù] prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò.
(Luca 9,51-55)

Nel Vangelo di Marco, Giacomo, Giovanni e Pietro sono i soli, tra gli apostoli, testimoni della resurrezione della figlia di Giairo:

E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo; vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. […] Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
(Marco 5,22-24; 35 sgg.)

Nel Vangelo di Matteo, Giacomo, Giovanni e Pietro sono chiamati da Gesù ad assistere alla Trasfigurazione sul monte Tabor:

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
(Matteo 17,1 sgg.)

Matteo racconta che Maria di Salome, cugina della Vergine, moglie di Zebedeo e madre di Giacomo e Giovanni, chiede a Gesù che i propri figli possano sedere alla sua destra e alla sua sinistra, partecipando così della sua regalità. Gesù chiede allora a Giacomo e Giovanni se essi si sentano in grado di condividere anche la sua passione terrena, e alla loro risposta affermativa replica con la predizione del loro martirio. Gli altri apostoli si mostrano sdegnati da quella che considerano una sorta di presunzione da parte di Giacomo e Giovanni, ma Gesù impartisce a tutti una straordinaria lezione di umiltà.

Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
(Matteo 20,20-28)

Ancora Pietro, Giacomo e Giovanni, nell’orto del Getsemani, non riescono a resistere al sonno:

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora?».
(Matteo 26,36-40)

La Scrittura parla ancora di Giacomo per narrarne il martirio a Gerusalemme all’epoca di Erode Agrippa:

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni.
(Atti degli Apostoli 12,1-2)