Taddeo, in ebraico “magnanimo”, ma, secondo altre versioni, “Lebbeo”, che significa “coraggioso”, appare solo di sfuggita nei quattro Vangeli. Più ricche, invece, le fonti apocrife: sarebbe stato, secondo una certa tradizione, lo sposo delle nozze di Cana, ove Simone, al quale è accomunato nel Martirologio romano, sarebbe stato il maestro di mensa. Dopo Pentecoste, sembra che la sua missione si svolse soprattutto in Palestina e nelle regioni vicine.
Un complesso di antiche leggende narra del ruolo avuto da Giuda Taddeo nei rapporti tra Gesù e Abgar V il Nero, re di Edessa, il quale, ammalato di lebbra, scrisse una lettera nella quale pregava il Messia di recarsi a Edessa per guarirlo. Gesù rispose che, impossibilitato a recarsi personalmente a Edessa, gli avrebbe inviato uno dei discepoli che lo avrebbe risanato. Abgar, deluso di non poter incontrare personalmente Gesù, mandò presso di lui un pittore perché gli facesse il ritratto. Poiché l’artista non riusciva a tracciare i lineamenti di Gesù, egli stesso si appoggiò sul volto un lino, lasciandovi impresse le sue fattezze. Quel panno, chiamato mandylion, con la straordinaria immagine acheropita (cioè “non dipinta da mani d’uomo”), fu portato da Giuda Taddeo al re, che lo venerò e fu guarito dalla sua malattia.
Secondo un’altra leggenda, Giuda Taddeo si sarebbe recato nelle regioni limitrofe della Palestina e avrebbe sofferto il martirio a Beirut o ad Aradus in Fenicia, ma alcuni autori affermano che morì di morte naturale. Si narra inoltre che Taddeo abbia incontrato l’apostolo Simone Zelota in Persia, insieme al quale evangelizzò quel regno. Giunti nella città di Suanir, ai due apostoli fu ordinato di sacrificare nel tempio del Sole, ma essi cacciarono dagli idoli gli orrendi demoni che vi dimoravano. Allora i sacerdoti e il popolo si precipitarono sui due apostoli, massacrandoli; circa gli strumenti usati per il martirio non vi è, per quanto riguarda Giuda Taddeo, uniformità di vedute: c’è chi dice che fu ucciso con una pesante mazza, chi con un’ascia, un’alabarda oppure una spada.