Nel Nuovo Testamento l’apostolo Giuda non appare come un protagonista di primo piano. Negli elenchi degli apostoli dei sinottici viene chiamato “Taddeo” in Matteo 10,2-4 e Marco 3,16-19, mentre viene detto “Giuda di Giacomo” in Luca 6,14-16 e negli Atti degli Apostoli 1,13. Giovanni lo chiama semplicemente Giuda “non l’Iscariota”, ma lo descrive come attento e partecipe alle parole di Gesù in un frangente particolarmente delicato. Durante l’Ultima Cena, infatti, alcuni apostoli – Simon Pietro, Tommaso, Filippo – rivolgono delle domande a Gesù, il quale, preannunciando la sua Passione, si esprime talvolta in modo un po’ sibillino:
Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.(Giovanni 14,19-21)
A questo punto, Giuda gli rivolge la sua domanda:
Gli disse Giuda non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».(Giovanni 14,22-23)