Intorno al V secolo, le spoglie dell’evangelista Matteo giunsero a Velia, nel Cilento, ove rimasero sepolte per circa quattro secoli. Il corpo del santo fu rinvenuto dal vescovo Atanasio e collocato in una minuscola chiesetta presso Casal Velino. Più tardi, le reliquie furono deposte nella cattedrale di Capaccio. Da qui, per sottrarle alle incursioni dei saraceni, le sacre reliquie giunsero a Salerno, ove il 6 maggio 954 furono dapprima collocate nella Chiesa di santa Maria degli Angeli e successivamente in Duomo, fatto erigere da Roberto il Guiscardo e consacrato da Gregorio VII nel 1084.
La chiesa fu fondata nel 1125 e completamente modificata in forme gotiche nel 1278. Fu rinnovata a metà del XVI secolo per volere di Andrea Doria e poi nel 1557-59 su progetto di Giovanni Battista Castello. Nella volta della navata centrale si trovano il Miracolo del dragone d’Etiopia di Luca Cambiaso e la Vocazione di san Matteo di G. B. Castello.
Anticamente conosciuto come il Convento di san Giovanni De Lama, l’imponente monastero fu probabilmente fondato dai Longobardi, ma l’esistenza di una chiesa e di un ospizio erano attestati già dal V-VI secolo. Allo splendore dovuto al fatto di trovarsi lungo la via Francigena, seguirono secoli di decadenza, finché il monastero ritrovò i suoi fasti nel XVI secolo, periodo in cui ricevette dalla cattedrale di Salerno una reliquia dell’apostolo Matteo (un dente molare). Dopo la donazione della reliquia il convento divenne noto come Convento di san Matteo, anche se formalmente la sua denominazione rimane ancora quella di Convento di san Giovanni in Lamis.
Si tratta di una delle maggiori creazioni del barocco leccese. Caratterizzata dalla giustapposizione di un ordine inferiore convesso e uno superiore concavo, presenta inoltre un’insolita decorazione a squame nella parte inferiore della facciata, cui si contrappone la parte superiore, liscia, con un’ampia trifora centrale.
L’attuale edificio è frutto di una ricostruzione settecentesca successiva al terremoto del Val di Noto del 1693. La chiesa fu duomo della città fino al 1874, poi l’edificio, lasciato in abbandono, fu soggetto a un rapido degrado, essendo stato privato totalmente delle coperture.