In un mondo segnato da disuguaglianze sempre più profonde, la solidarietà si impone come principio fondamentale per la costruzione di una giustizia sociale autentica. Essa non è un sentimento astratto, ma un impegno concreto, una responsabilità che ciascun individuo ha verso l’altro. Come ricorda l’articolo 2 «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». della Costituzione italiana, la solidarietà è un dovere inderogabile, politico, economico e sociale, che si traduce in azioni volte a garantire i diritti inviolabili dell’uomo. Affrontare la povertà, ad esempio, non può limitarsi a gesti caritatevoli: è necessario un intervento politico radicale, capace di sollevare gli indigenti dalle loro necessità estreme. La soluzione definitiva richiede un’azione coordinata a livello internazionale. I Paesi sviluppati dovrebbero impegnarsi a sostenere i Paesi poveri con programmi di sviluppo, contrastare la corruzione, promuovere l’istruzione, cancellare debiti e fare investimenti eticamente sostenibili. Papa Leone XIV, in un discorso al corpo diplomatico, ha messo in luce la necessità di «porre rimedio alle disparità globali» che scavano solchi tra continenti e all’interno delle società stesse. Ha inoltre invitato i governi a costruire ponti di pace, dando voce ai poveri e riconoscendo la loro dignità come tesoro dell’umanità.

Descrizione dell'immagine


Descrizione dell'immagine

Anche la misericordia è essenziale alla realizzazione della giustizia sociale. Il messaggio cristiano ci insegna che giustizia e misericordia sono, infatti, complementari. Nella bolla Misericordiae vultus (2015), papa Francesco spiegò che giustizia e misericordia sono «due dimensioni di un’unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell’amore». Esigere di riparare a un torto commesso non esonera dalla misericordia, la quale «non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere» (Misericordiae vultus, nn. 20-21). La giustizia, quindi, rimane necessaria, ma si accompagna alla ricerca dei peccatori per offrire loro perdono e salvezza.
Papa Leone XIV ha ripreso questo insegnamento, sottolineando che «la pace non è solo una tregua armata, ma una costruzione attiva che parte dalla trasformazione interiore». La giustizia riparativa, promossa da entrambi i pontefici, integra la prospettiva della misericordia, mirando alla ricostruzione dei legami spezzati attraverso il coinvolgimento di vittima, reo e comunità. È un approccio che non si limita a punire, ma cerca di promuovere percorsi di riabilitazione e reinserimento.