La giustizia sociale rappresenta un requisito imprescindibile dello sviluppo umano: non può realizzarsi un vero progresso se non si perseguono equità e diritti per tutti. Il concetto di “sviluppo umano” va ben oltre la semplice crescita economica di un Paese: esso include la capacità delle persone di autodeterminarsi, la qualità della loro vita, le condizioni di lavoro, le opportunità disponibili, l’equità sociale e la tutela dei diritti fondamentali.
Nel 1990, le Nazioni Unite (ONU) hanno introdotto l’Indice di Sviluppo Umano (ISU), uno strumento statistico elaborato dall’economista pakistano Mahbub ul Haq (1934-1998), pubblicato annualmente nel Rapporto sullo sviluppo umano, che valuta la qualità della vita nei Paesi membri attraverso tre dimensioni fondamentali: l’aspettativa di vita, il livello di istruzione e il reddito nazionale lordo pro capite.
Pur essendo un indicatore più completo rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL), che considera esclusivamente la crescita economica come misura del benessere, l’ISU presenta alcune limitazioni. Ad esempio, non tiene conto dell’impronta ecologica, della sostenibilità a lungo termine, dei modelli di produzione e consumo, né delle disuguaglianze interne.
Per colmare queste lacune, sono stati sviluppati altri criteri di misurazione, come l'Indice di Sviluppo Umano Aggiustato per la Disuguaglianza (IHDI), che offre una visione più realistica delle disparità esistenti. Tuttavia, nessun modello di calcolo, preso singolarmente, può essere esaustivo: solo l’analisi congiunta di più parametri consente di delineare un quadro accurato dello stato di salute e dello sviluppo di una nazione.

Descrizione dell'immagine



Descrizione dell'immagine

Alla base del concetto di sviluppo umano vi è l’idea che la vera ricchezza di un Paese risieda nel potenziale delle persone. Per questo, lo sviluppo umano si concentra sull’ampliamento delle opportunità, sul miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, e sulla garanzia di diritti e libertà. In particolare, il miglioramento della qualità della vita dovrebbe consentire una vita più lunga, una salute migliore, un livello di istruzione più elevato e un reddito più adeguato.
In questo contesto, le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale ed ecologica) si pongono obiettivi ambiziosi: porre fine alla povertà, combattere le disuguaglianze e affrontare i cambiamenti climatici, che minacciano di vanificare tutti gli altri sforzi.
Tuttavia, l’attuale economia di mercato tende a privilegiare la crescita economica rispetto allo sviluppo umano, sacrificando libertà individuali, diritti umani e giustizia sociale. Possiamo dunque affermare che nella nostra società persistono gravi disuguaglianze distributive, che ostacolano la realizzazione di uno sviluppo autentico, equo e sostenibile.