Il Vangelo di Marco racconta che i sommi sacerdoti volevano arrestare Gesù, ma temevano che se lo avessero fatto durante la festa della Pesah, la Pasqua ebraica, la folla si sarebbe ribellata: “Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturarlo con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».” (Marco 14,1-2). Gesù, intanto, si trova a Betania, ove una donna gli versa sul capo dell’olio profumato di grande valore, tra lo scandalo di alcuni apostoli: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!» (Mc 14,4-5). In seguito a questo episodio, Giuda Iscariota si reca dai sommi sacerdoti, deciso a consegnare loro Gesù: «Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro» (Mc 14,11).
Anche Giovanni narra l’episodio dell’unguento, con una lieve variante: qui è Maria di Magdala a versarlo sui piedi di Gesù per poi asciugarglieli con i capelli. Giuda si lamenta apertamente dello spreco di denaro, e Giovanni ne spiega anche la ragione:
“Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono poi dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro”.Giovanni 12,4-6
Secondo Luca, che omette l’episodio di Betania, è Satana a entrare in Giuda, prima che questi si rechi dai sommi sacerdoti a tradire Gesù:
“Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro”.Luca 22,3-4
Sono gli stessi sacerdoti a fissare il prezzo del tradimento di Giuda, i famosi “trenta denari”. Il 30, secondo la Cabala Ebraica, è il valore numerico di Yéhudah, «Giuda» in ebraico.
“Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo”.Matteo 26,14-16
Giuda ha un ruolo determinante nell’Ultima cena, allorché Gesù predice che qualcuno, fra i Dodici, lo tradirà. Il Vangelo di Matteo è molto esplicito, con uno scambio diretto di battute fra Gesù e Giuda.
“Mentre mangiavano, [Gesù] disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto»”.Matteo 26,21-25
Secondo Luca e Marco, invece, durante l’Ultima cena Gesù fa riferimento al tradimento, ma senza nominare esplicitamente Giuda.
“«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo”.Luca 22,21-23
Come Luca (22,3), anche Giovanni parla di Satana in quanto istigatore di Giuda: “Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo…” (Gv 13,2). Durante la cena, Gesù, pur senza nominarlo, indica molto chiaramente Giuda come il traditore. Cionondimeno, nessuno tra i commensali capisce, tranne il diretto interessato, che subito si allontana.
“Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte”.Giovanni 13,21-30
“Giuda, indicando la strada con il braccio levato, guida i soldati e gli inviati del Sinedrio verso l’orto del Getsemani, ove Gesù si è ritirato dopo l’Ultima cena. Gesù, dopo aver pregato, dice ai discepoli: «Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino»”.Matteo 26,46
“Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo [il Getsemani], perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi”.Giovanni 18,2-3
Giuda avvolge Cristo nel suo ampio manto giallo, mentre i lineamenti del traditore si distorcono nello sforzo di porgere il bacio. Sulla destra i sacerdoti accompagnano i soldati.
“Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono.”Marco 14,44-46
In Giovanni, invece, Giuda arriva a capo di un distaccamento di soldati ma non bacia Gesù, che si fa avanti da solo:
“Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore”Giovanni 18,4-5
Matteo narra che Giuda, venuto a conoscenza della condanna di Gesù, si pente del tradimento, getta via il denaro ricevuto e s’impicca.
“Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi”.Matteo 27,3-5
Matteo aggiunge poi che i sacerdoti, raccolti i trenta denari d’argento, non li mettono nel tesoro del Tempio poiché sono “prezzo di sangue” (Mt 27,6), deliberando invece di acquistare con quella cifra un campo per la sepoltura degli stranieri, chiamato Campo del vasaio, da allora ribattezzato “Campo di sangue” (Mt 27,8). Matteo precisa che con questo si compie la profezia del profeta Geremia: “E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore”.
Anche in Zaccaria vi è una sorprendente profezia riguardante i famosi “trenta denari”, in cui Dio stesso parla, attraverso il profeta, dicendo: «Se vi pare giusto, datemi la mia paga; se no, lasciate stare». Essi allora pesarono trenta sicli d’argento come mia paga. Ma il Signore mi disse: «Porta al fonditore questa grandiosa somma, con cui sono stato da loro valutato!». Io presi i trenta sicli d’argento e li portai al fonditore della casa del Signore” (Zc 11,12-13).
Mentre sullo sfondo si scorge l’innalzamento della croce e il compiersi della Passione di Gesù, Giuda realizza l’enormità del tradimento appena perpetrato: il volto in ombra, lo sguardo fisso, le mani mollemente abbandonate quasi fosse completamente svuotato di ogni energia. Accanto ai suoi piedi giace, ormai vuota, la borsa che aveva contenuto i trenta denari. L’opera raffigura nel modo più acuto e pregnante le scarne parole di Matteo: “Allora Giuda […] si pentì”. È chiaro che nella sua mente ha ormai concepito l’idea del suicidio.
Gli Atti degli Apostoli forniscono un’altra versione della morte di Giuda. Nel primo capitolo, infatti, è riferita la storia narrata da Pietro dopo la risurrezione di Gesù, allorché si procede all’estrazione a sorte per decidere il sostituto di Giuda nel gruppo dei Dodici. Secondo Pietro, che non parla esplicitamente di impiccagione, Giuda non gettò via il denaro del tradimento, ma con esso acquistò un campo, noto poi come “Campo di sangue”, lo stesso che, secondo Matteo, era stato acquistato dai sacerdoti.
“Giuda dunque comprò un campo con il prezzo del suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere. La cosa è divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e così quel campo, nella loro lingua, è stato chiamato Akeldamà, cioè «Campo del sangue»”.Atti degli Apostoli 1,18-19
La Legenda aurea di Jacopo da Varazze (XIII secolo) fornisce una suggestiva interpretazione allegorica della morte di Giuda, impiccato e con i visceri squarciati, come si vede nell’immagine:
“Poi però [Giuda] si pentì, restituì i denari, si allontanò e si impiccò: il suo corpo si squarciò e lasciò uscire tutti i visceri: questo accadde perché non doveva essere sconciata la bocca che aveva toccato il viso glorioso di Cristo. Era invece giusto che i visceri che avevano concepito il tradimento scivolassero via squarciati e che la gola da cui era uscita la voce del traditore fosse serrata dal laccio. E morì nell’aria, perché colui che aveva offeso gli angeli nel cielo e gli uomini sulla terra, fosse separato dalle regioni degli angeli e degli uomini, e finisse nell’aria, che è dei demoni”.