Gli apostoli

GIOVANNI

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La parola dei Vangeli

Giovanni è presente in tutti e quattro gli elenchi apostolici del Nuovo Testamento (Matteo 10,2-4; Marco 3,16-19; Luca 6,13-16; Atti degli Apostoli 1,13).

Il quarto Vangelo non nomina mai direttamente Giovanni. Per contro, vi è un personaggio totalmente sconosciuto ai sinottici, cioè il “discepolo che Gesù amava” (Giovanni 13,23; 19,26; 20,1-10; 21,7; 21,20), designato altresì come “l’altro discepolo” (Giovanni 20,3-8), che la tradizione cristiana identifica con sicurezza con lo stesso apostolo ed evangelista Giovanni.

Il quarto Vangelo presenta il “discepolo che Gesù amava” soltanto a partire dall’Ultima Cena, cioè in coincidenza degli eventi più cruciali della passione, morte e resurrezione del Messia.

Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò».
(Giovanni 13,21-26)

Unico tra gli apostoli presente ai piedi della croce, riceve direttamente da Gesù il mandato di proteggere la Madonna come se fosse la sua stessa madre.

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
(Giovanni 19,25-27)

Dopo la resurrezione, il “discepolo che Gesù amava”, chiamato da Maria di Magdala, è il primo a raggiungere il sepolcro ormai vuoto, ma, giunto sulla soglia, si ferma e cede il passo all’apostolo Pietro. Quindi entra anche lui, vede e crede, ancor prima di avere compreso il messaggio della Scrittura, cioè che Gesù sarebbe resuscitato dai morti.

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo –, non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti, non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.
(Giovanni 20,1-10)

Dopo la resurrezione, Gesù si manifesta a Pietro, Tommaso, Natanaele, i figli di Zebedeo e altri due discepoli sul mare di Tiberiade, ma gli apostoli, intenti a pescare, non lo riconoscono. È il “discepolo che Gesù amava” a esclamare per primo: «È il Signore!» (Giovanni 21,7).
In chiusura del quarto Vangelo, l’autore si ricollega alla prima apparizione del “discepolo che Gesù amava” nel corso dell’Ultima Cena (Giovanni 13,23) e rivela, in qualche modo, la propria identità, affermando cioè che il “discepolo che Gesù amava” è proprio quello stesso che ha reso “testimonianza su questi fatti e li ha scritti”.

Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
(Giovanni 21,20-25)