Al termine di tre decenni di guerre, con la pace di Augusta (1555), nei confini del Sacro Romano Impero torna a regnare la pace: in base a quell’accordo, l’imperatore Carlo V e i principi cattolici riconoscono ai Paesi protestanti il diritto di esistere. In quegli stessi anni, la presenza di Chiese riformate si consolida in diverse aree.
In Europa settentrionale prevalgono i luterani, in Svizzera, Scozia e Paesi Bassi si impone la confessione calvinista, mentre in Inghilterra il re Enrico VIII dà vita alla riforma anglicana. Da allora, però, almeno in Europa, gli spazi della riforma cesseranno di allargarsi.
Con il Concilio di Trento e con l’azione controriformistica, la Chiesa di Roma riesce infatti a reagire alla sfida protestante, riaffermando la propria autorità in gran parte dei territori italiani, austriaci, francesi e iberici, ma anche in Irlanda e nelle aree di tradizione cattolica del centro Europa.
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L’Europa religiosa alla fine del XVI secolo