Se allarghiamo lo sguardo alla comunicazione che avviene attraverso i mass media, ci scontriamo con una complessità assai maggiore rispetto a quella che caratterizza le relazioni quotidiane. Lo scopo dei media è quello di diffondere informazioni con un pubblico molto ampio
. Il continuo e rapido avanzamento delle tecnologie della comunicazione permette oggi uno scambio di dati su scala globale, annullando le barriere geografiche.
Nell’era della digitalizzazione, i mezzi di comunicazione esercitano una grande influenza grazie alla loro diffusione capillare. Ciò comporta vantaggi significativi. L'evoluzione tecnologica consente oggi di offrire una vasta gamma di servizi in tempo reale e altamente personalizzati, sfruttando la capacità di gestire volumi di informazioni sempre più vasti e complessi. Questo fenomeno ha dato origine al concetto di big data, raccolte di enormi quantità di dati che vengono elaborate da tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale, la quale può fornire analisi concrete applicabili in vari ambiti della nostra vita.
Nel lungo periodo della pandemia dovuta al
Covid-19 (2020-2021), l’impiego degli strumenti di comunicazionetelematica si è
ampiamente intensificato nel mondo lavorativo, in quello scolastico e in quello
sociale, rivoluzionando le nostre abitudini relazionali. Secondo molti studiosi (per
esempio coloro che presso il Virtual Human Interaction Lab della Stanford
University, in California, si occupano degli effetti comportamentali provocati
dalla realtà virtuale), questo ci ha abituati a uno scambio interpersonale freddo e spersonalizzato, costringendoci a forme d’interazione più rigide e povere di
sfumature. Mancano, cioè, quella vivacità e quell'autenticità che erano tipiche del modo di comunicare di Gesù, il quale invitava a «venire e vedere» (Giovanni 1, 46), cioè a fare esperienza della realtà che si vuole conoscere.
Il welfare digitale
La comunicazione ha lo scopo di «farci sentire più prossimi gli uni agli altri; farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa» ha detto papa Francesco in occasione della 48a Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali(2014): «in particolare Internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio».
Ma perché questo dono sia efficace deve essere disponibile per tutti, non solo per una minoranza privilegiata. Occorre, allora, attuare
strategie di welfare digitale che permettano un utilizzo delle
tecnologie finalizzato a un crescente benessere e una maggiore giustizia sociale a
livello mondiale. L’utilizzo delle tecnologie di per sé si impara velocemente, ma non genera automaticamente
una competenza, cioè un insieme di capacità critiche che producono
un significato utile allo sviluppo della persona e contribuiscono a orientare
eticamente il progresso della società.
La comunicazione interrotta
La rivoluzione digitale è oggi una realtà concreta e irreversibile che interessa ogni settore delle nostre società e ne sta profondamente modificando le dinamiche. Tuttavia, nel mondo non tutti hanno accesso alle reti informatiche in egual misura e questo è causa di profonde diseguaglianze. La transizione tecnologica accessibile a tutti è fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Obiettivo 3
è mirato alla promozione di salute e benessere per
tutti
Obiettivo 4
riguardala
creazione di città e comunità sostenibili
Obiettivo 11
intende favorire
l’accesso a un’istruzione di qualità su scala globale
La Commissione europea ha previsto
investimenti significativi per sviluppare le competenze digitali delle persone
e fornire a tutti una connessione dati ad alta velocità realizzando società
aperte, democratiche e sostenibili.
Nel
nostro Paese, tuttavia, ildigital divide(il divario tra chi ha accesso alle reti telematiche e chi no) è un
problema reale e concreto, che colpisce soprattutto i soggetti più svantaggiati
della popolazione: gli anziani, i poveri, i disabili… Il possesso di competenze digitali non sempre adeguate, accanto alla mancanza di
un’efficiente infrastruttura di Rete, riguarda vari ambiti: l’acquisto di beni
e servizi, i rapporti con l’amministrazione pubblica, l’intrattenimento e il
lavoro stesso sono passati, nel giro di pochi anni, da un contesto analogico a
uno digitale. Nel settore scolastico, il digital divide si traduce nel fatto che molti studenti non possiedono i
dispositivi adatti o una casa raggiunta dalla Rete. Questi problemi
riguardano anche un significativo numero di plessi scolastici, che restano
ancora sprovvisti di una connessione a Internet adeguata e veloce.
L’analisi dei big data spesso consente di comprendere meglio il funzionamento di realtà complesse come quelle urbane e, di conseguenza, di adattare i servizi in modo da soddisfare meglio le esigenze dei cittadini. Ne sono un esempio le erogazioni digitali dei servizi pubblici come le attività degli uffici anagrafici, delle poste, delle banche, delle biblioteche ecc. Inoltre, la disponibilità di questi strumenti non è più, come un tempo, appannaggio esclusivo delle società (o delle persone) più ricche e costituisce indubbiamente un poderoso fattore di sviluppo per i Paesi emergenti.