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COMUNICAZIONE: 
LA PROSPETTIVA 
DELLE PRINCIPALI RELIGIONI

Chiesa ortodossa

La Chiesa ortodossa sottolinea l’importanza della comunicazione come strumento per creare legami di amicizia e cooperazione tra le persone. Questo aspetto assume particolare rilevanza nel contesto del dialogo ecumenico tra le diverse confessioni cristiane. Tale impegno si concretizza nella fondazione di varie istituzioni volte a facilitare e promuovere il dialogo interreligioso tra cristiani cattolici e ortodossi, tra cui:

  • il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (1960);
  • il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale con le Chiese Ortodosse e le Chiese Ortodosse Orientali (1964);
  • la Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa (1979);
  • la Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali (2003).

Bartolomeo I (1940), patriarca di Costantinopoli, ha ripetutamente evidenziato l’importanza di utilizzare la comunicazione come strumento di pace e unione, piuttosto che di odio. Nelle sue dichiarazioni, ha en​fatizzato il ruolo dei media nella promozione della collaborazione tra le ​diverse fedi e nella sensibilizzazione verso le problematiche della società contemporanea. Egli sostiene che nel dialogo ogni individuo deve essere trattato con rispetto e dignità, al di là delle differenze culturali.

Bartolomeo di Costantinopoli

Il dialogo cattolico-ortodosso 
in tempo di guerra

Martin Lutero (1483-1546)

l'esperienza di ​Anna-Nicole Heinrich “AI” insegnaci a pregare?

Chiese protestanti

Le Chiese protestanti, in sintonia con quella cattolica e quella ortodossa, riconoscono il potenziale della comunicazione virtuale nel consolidare e preservare i legami tra le comunità religiose. 
La Chiesa Evangelica Luterana Italiana (CELI), pur consapevole dei rischi, valorizza gli strumenti digitali per la loro capacità di: 

  1. agevolare lo scambio di informazioni, superando le distanze geografiche;
  2. facilitare la condivisione di risorse ed esperienze;
  3. ampliare l’accesso all’educazione religiosa, raggiungendo chi non ha contatti diretti con la Chiesa;
  4. promuovere valori come la pace e la giustizia sociale;
  5. sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche socialmente rilevanti;
  6. sostenere la difesa dei diritti umani.   

Riguardo alle intelligenze artificiali, la CELI mantiene una posizione più cauta. Tuttavia, riconoscendo l'inevitabile diffusione di queste tecnologie, sottolinea l'importanza di un approccio costruttivo: anziché opporsi, è fondamentale imparare a utilizzarle in modo eticamente responsabile. 

EBRAISMO

La Bibbia ebraica (Tanakh), come quella cristiana, insegna che ogni persona è creata a immagine di Dio, pertanto merita dignità e rispetto. Questo principio si estende a tutte le forme di comunicazione, incoraggiando l’onestà, la gentilezza e l’empatia.
L’etica ebraica delinea diversi concetti chiave che guidano l’uso responsabile del linguaggio, elencati di seguito. 

  1. Emet (“verità”): è un valore fondamentale per costruire relazioni di fiducia. Si traduce nella lotta contro la disinformazione e le fake news, resa oggi più ardua dalla propagazione dell'intelligenza artificiale.
  2. Shmirat Halashon (“guardare la propria lingua”): incoraggia l’uso cauto e compassionevole delle parole.
  3. Kavod (“rispetto”): sottolinea l’importanza di trattare gli altri con riguardo sia nelle interazioni fisiche sia in quelle virtuali.
  4. Tzedakah (“giustizia”): promuove l’uso delle tecnologie digitali per migliorare l'accesso ai servizi sociali e sanitari, garantendo l’equità sociale.

Per rispettare queste norme, è opportuno astenersi da comportamenti come la Lashon Hara(“maldicenza”), cioè parlare male degli altri, a meno che ciò non serva a un bene superiore, e il Rechilut (“pettegolezzo”), ovvero la diffusione di informazioni volte a creare discordia, fenomeni purtroppo comuni nell’epoca dei social media.

islam

Nella cultura islamica, il Corano e la Sunna  esortano i fedeli a osservare, nell’ambito della comunicazione (fisica o virtuale), i seguenti principi morali:

1. veridicità e onestà

«E non avvolgete la verità di menzogna e non nascondete la verità ora che la conoscete.» 
(Sura 2-42)
«O credenti, temete Allah e parlate onestamente». 
(Sura 33-70)

2. gentilezza e rispetto

«Chiunque crede in Allah e nell’Ultimo Giorno dovrebbe dire cose buone o tacere. Chi crede in Allah e nell’Ultimo Giorno dovrebbe essere cortese e generoso con il suo vicino. Chiunque crede in Allah e nell’Ultimo Giorno dovrebbe essere cortese e generoso con il suo visitatore. » 
(Sahih al-Bukhari, Libro 78, Hadith 40)

3. evitare diffamazione e pettegolezzo

«O credenti, evitate di far troppe illazioni, ché una parte dell’illazione è peccato. Non vi spiate e non sparlate gli uni degli altri. Qualcuno di voi mangerebbe la carne del suo fratello morto?» 
(Sura 49-12)

4. consiglio e guida

«Sorga tra voi una comunità che inviti al bene, raccomandi le buone consuetudini e proibisca ciò che è riprovevole.» 
(Sura 3-104)

Mahatma Gandhi

INDUISM​​O

Nella filosofia induista la comunicazione è vista come un mezzo per connettersi non solo con gli altri, ma anche con il divino, trascendendo i cinque sensi.
Nelle interazioni umane, la Parola (Shabda) è considerata sacra e potente, pertanto deve provenire da fonti attendibili ed essere usata con cautela per diffondere la verità. Gli insegnamenti di figure come il Mahatma Gandhi (1869-1948), fautore della comunicazionenon violenta, evidenziano l’importanza che gli induisti attribuiscono al rispetto dei sentimenti altrui e all’empatia.
Il concetto di Vasudhaiva Kutumbakam, menzionato nelle Upanishad (testi sacri induisti), interpreta il mondo come un’unica famiglia e in questa visione lo scambio di idee e informazioni diventa uno strumento per riconoscere l’interconnessione di tutti gli esseri viventi. L’approccio induista ai mass media e all’intelligenza artificiale è guidato dalla necessità di mantenere l’armonia e la sincerità. Questi strumenti possono sia educare che disinformare: è quindi essenziale che promuovano valori etici e spirituali per contribuire al benessere della società e all’inclusività.
Seguendo tali principi, l’India ha realizzato notevoli avanzamenti nel welfare digitale, impiegando la tecnologia per ottimizzare la distribuzione dei servizi sociali e raggiungere le zone più isolate della nazione. 

buddhismo

Il buddhismo, come l’induismo, enfatizza il valore di una comunicazione consapevole, onesta ed empatica, volta a migliorare la qualità delle relazioni umane. Secondo i suoi precetti morali, la comunicazione etica non trasmette falsità né utilizza il linguaggio con intenti malevoli o superficiali. Al contrario, essa si fonda sul rispetto degli altri ed è guidata dalla compassione e dall’intento di preservare l’integrità del tessuto sociale. L’utilizzo sconsiderato dei mezzi di comunicazione virtuale contrasta fortemente con questi principi. I social network, ad esempio, offrono alle persone un senso illusorio di appartenenza e di rilevanza personale, promuovendo il narcisismo attraverso l’ossessiva ricerca di followers o like. Attribuiscono un significato esagerato ad aspetti futili della vita, trasformandosi in strumenti di distrazione e di evasione dalla realtà, che sottraggono l’attenzione da ciò che veramente conta. Il buddhismo esorta a mantenere un saldo legame con la realtà ta​ngibile, anziché con quella virtuale, promuovendo una comunicazione più autentica, profonda e rispettosa della privacy a differenza di quella che tipicamente avviene in Rete. Secondo questa filosofia, ciò che dovrebbe dare senso alla vita è la consapevolezza di essere interconnessi: in una società l’esistenza di ciascuno è resa possibile dal contributo degli altri. Quanto più solida e sicura è la nostra identità personale, tanto meno avvertiremo il bisogno di cercare l’approvazione altrui. Tuttavia, è importante riconoscere che i mezzi telematici hanno anche dei vantaggi, come mantenere connesse persone che altrimenti resterebbero isolate dalla società o amici e familiari distanti. Se si sceglie di far parte di un social network, è auspicabile che questo sia associato a valori positivi, costruttivi per l’individuo e per la società. 
A prescindere dal mezzo utilizzato, la comunicazione dovrebbe sempre essere volta a promuovere la pace e a recare beneficio. 

i principi buddhisti nell'era dei social media

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Sunna

Considerata la seconda fonte più importante della Legge islamica (Shari'a) dopo il Corano, è l’insieme dei detti, delle azioni e degli insegnamenti del profeta Maometto (Muhammad), trasmesso principalmente attraverso singoli racconti chiamati hadith. 
La Sunna rappresenta il modello di comportamento che i musulmani cercano di emulare nella loro vita quotidiana.