Nell’era digitale, la Rete ha potenziato i social media, offrendo a tutti il diritto di esprimersi. Questo fenomeno favorisce l’emergere di voci diverse e talvolta preziose da realtà lontane. Tuttavia, costituisce anche un mezzo per diffondere odio, violenza e per permettere la rapida circolazione di fake news  (“notizie false”), definite da papa Francesco come un “veleno”. Questo pericolo, sempre presente, minaccia il controllo dell’informazione e della dignità umana.
«Grazie al web notizie ingannevoli, distorte, false, vere e proprie bufale possono essere veicolate, espandersi, essere credute vere» nota il giurista Sabino Cassese (1935).

La disinformazione e lo scarso senso critico di molti utenti facilitano la diffusione di notizie false, rendendo difficile contrastarle anche con i fatti.
Questo problema si intensifica con l’avvento delle intelligenze artificiali (IA), come evidenziato nel messaggio per la 58a Giornata delle Comunicazioni Sociali. Il documento mette in guardia dall’“inquinamento cognitivo” causato dalle IA che può portare all’«alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute – e condivise – come se fossero vere».
Un’ulteriore minaccia è rappresentata dal «deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false, o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto».