Sviluppo sostenibile

Il concetto di “sostenibilità” è ampio e multidimensionale, e si riferisce alla capacità di soddisfare i bisogni del presente, senza compromettere le generazioni future.
È possibile distinguere la sostenibilità:

“Sostenibilità” significa, quindi, vivere in modo responsabile, tenendo conto delle conseguenze delle nostre azioni sull’ambiente e sulle persone.
A partire da questa nozione, si definisce lo “sviluppo sostenibile”, che riguarda il progresso socioeconomico compatibile con l’equità sociale, la tutela ambientale e i diritti delle future generazioni.
Lo sviluppo sostenibile è un modello che permette una crescita economica tale da salvaguardare l’ambiente in cui viviamo e che è volto a promuovere ogni individuo. È, quindi, un modello inclusivo, che si fa carico del problema della povertà e delle disuguaglianze nel mondo.
Il concetto di “sviluppo” si collega, in genere, al progresso tecnologico e industriale, e alla sua influenza sull’economia in termini di aumento del Prodotto Interno Lordo (PIL) Misura il valore totale di beni e servizi prodotti all'interno di un Paese in un determinato periodo di tempo, generalmente un anno. Rappresenta, quindi, la ricchezza generata da un'economia nazionale e viene utilizzato per valutarne la dimensione, la crescita e lo stato generale. e del tasso di ricchezza pro capite Più comunemente noto come PIL pro capite, è un indicatore economico che si ottiene dividendo il Prodotto Interno Lordo totale di un Paese per il numero dei suoi abitanti. Misura la ricchezza media teoricamente disponibile per ciascun cittadino e viene utilizzato per confrontare il livello di benessere economico tra diverse nazioni, sebbene non consideri la distribuzione effettiva della ricchezza tra la popolazione.. Questi indicatori sono tuttavia limitanti, poiché non tengono conto di fattori come la distribuzione della ricchezza, il benessere delle persone, la qualità di vita, la sostenibilità ambientale e gli indici sanitari (tasso di natalità e mortalità, aspettativa di vita, accesso alle cure…).

Sviluppo umano

Nel 1990, le Nazioni Unite (ONU) hanno introdotto l’Indice di Sviluppo Umano (ISU), uno strumento di analisi più completo, elaborato dall’economista pakistano Mahbub ul Haq (1934-1998), da allora pubblicato annualmente nel Rapporto sullo sviluppo umano. Si tratta di una misura di tipo statistico che consente di valutare la qualità della vita dei Paesi membri, esaminando tre dimensioni fondamentali: l’aspettativa di vita, l’istruzione e il reddito nazionale lordo pro capite.
È, dunque, un indicatore più completo rispetto al PIL, perché distingue il concetto di “sviluppo” da quello di “crescita economica”, ma, come stima del benessere, presenta anch’esso significative lacune: non considera l’impronta ecologica Si tratta di uno strumento di “contabilità ambientale” introdotto nel 2009, che misura quante risorse naturali abbiamo, quante ne usiamo e chi usa cosa. dei Paesi, la sostenibilità a lungo termine, i modelli di produzione e consumo, le disuguaglianze e altre variabili.
Sono, quindi, stati sviluppati altri criteri di misurazione, come l'Indice di Sviluppo Umano Aggiustato per la Disuguaglianza (IHDI) e l'Indice di Sostenibilità Ambientale (ESI). Ogni modello di calcolo, tuttavia, presenta pregi e difetti, sicché è l’insieme di tutti questi indicatori a fornirci un quadro più preciso della salute di un Paese.
Il concetto di “sviluppo umano” si basa sull’idea che la vera ricchezza delle nazioni risieda nel potenziale delle persone, per questo si focalizza sull’ampliamento delle opportunità disponibili, il miglioramento delle condizioni di lavoro e la tutela dei diritti.
Lo sviluppo umano e quello sostenibile sono intrinsecamente legati, poiché condividono la visione di un benessere che perdura nel tempo. La differenza tra loro risiede nel fatto che, mentre lo sviluppo sostenibile si focalizza sulla ricerca dell’equilibrio tra crescita economica, inclusione sociale e tutela ambientale, quello umano sottolinea che questi processi devono tradursi in reali miglioramenti nelle vite delle persone.
I recenti Rapporti ONU hanno evidenziato come il cambiamento climatico e le disuguaglianze rappresentino degli ostacoli primari nella realizzazione di questo obiettivo.